Il Messaggero Veneto 29-05-2002
Filipuzzi: in Friuli-Venezia Giulia potrebbero circolare 400 mila quintali di prodotto non controllato
UDINE - Il Friuli Venezia Giulia potrebbero circolare almeno 400.000 quintali di latte in "nero" che vanno ad aggiungersi ai 2 milioni e 600 mila quintali regolarmente prodotti. Lo denuncia la Coldiretti del Fvg che ricava il dato da una stima effettuata dalla Confederazione a livello nazionale che ha calcolato che almeno il 20% del latte prodotto in Italia è in "nero", un dato devastante che ha molteplici implicazioni finanche di carattere igienico sanitario, visto che il latte - e i prodotti derivati - sfuggono ad ogni controllo. «La nostra prima preoccupazione - spiega il presidente regionale di Coldiretti Claudio Filipuzzi - è proprio quella igienico sanitaria. Cosa accadrebbe se un prodotto trasformato chissà dove, chissà come e venduto come accade anche da noi per il formaggio con il metodo del porta-a-porta, dovesse presentare delle anomalie?»
Ma come può accadere che sfugga al controllo delle autorità tanto latte? «Purtroppo - interviene il direttore Oliviero Della Picca - in Italia i controlli si fanno, e sono severissimi, soltanto alle aziende che operano alla luce del sole, a quelle in regola, ma nessuno indaga nel sommerso, che esiste anche in agricoltura. L'anagrafe bovina non c'è e il Governo non pare volerla far decollare; la vertenze sulle quote latte non é ancora conclusa e lo Stato non riesce a mettere in mora chi ha splafonato pur continuando a pagare migliaia di miliardi di vecchie lire all'Unione Europea; la Regione dovrebbe aumentare i controlli di sua competenza sul regime delle quote latte». Il risultato è devastante anche sul fronte dei prezzi.
In un mercato - spiega Coldiretti - di per sé stagnante se non in contrazione, in presenza di un aumento della produzione e dell'ingresso di latte e formaggi da Paesi esteri a prezzi bassi, la presenza massiccia di latte in nero dà il colpo del K. O. al mercato mettendo in ginocchio i bilanci degli allevatori, visto che il prezzo non solo è libero ma ad oggi non sono stati rinnovati nemmeno i contratti. Secondo Coldiretti la situazione non è più tollerabile ed è indilazionabile un intervento sinergico delle istituzioni: dalla Regione (per i controlli sulle quote) ai carabinieri dei Nas e alle Aziende sanitarie per gli aspetti igienico sanitari, dalla Guardia di Finanza alla Polizia della Strada per i controlli sulle autobotti e sui caseifici. Secondo Coldiretti sembra che il latte "nero" prodotto in Fvg sia lavorato in caseifici in altre regioni (in Fvg i controlli sulle realtà lattiero casearie, quasi tutte cooperative o artigiane, sono severi) e trasformato in formaggio tipo "Latteria".
Il prodotto rientrerebbe nella nostra regione in modo perlomeno sospetto. Il formaggio sarebbe poi venduto con il metodo del porta-a-porta direttamente dagli stessi produttori di latte. Il tutto senza rispettare le quote latte, senza ovviamente pagare tasse, senza effettuare alcun controllo igienico-sanitario. «Da mesi sollecitiamo le autorità competenti negli incontri di routine, ma ad oggi - afferma il presidente regionale Claudio Filipuzzi - nulla è stato fatto. Non ci possiamo certo trasformare in detective, ma non possiamo nemmeno più accettare in silenzio questa situazione che si sta aggravando sempre di più. Sta diventando intollerabile l'incapacità di questo Paese a far rispettare leggi e regolamenti. E non vorremmo nemmeno - perché sarebbe davvero inaccettabile - che alla fine le conseguenze di qualche incidente sanitario ricadessero sull'intera categoria. La colpa se la dovranno prendere interamente le pubbliche autorità».
«In questa condizione - conclude Filipuzzi - il progetto di rigenerazione dell'agricoltura incontra maggiori difficoltà ad essere attuato perché presuppone che le funzioni pubbliche siano effettuate correttamente a garanzia dei consumatori e dei produttori, cosa che non accade».