Il Gazzettino 10-06-2002
OSSERVATORIO NORDEST - Rilevazione dell'Istituto Poster in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Noi, cittadini italiani di questo mondo
Ma quattro su dieci si identificano con luogo di nascita, o con la "terra"
Un mosaico di diversi riferimenti, che convivono senza generare contraddizioni. Così si presenta la geografia delle appartenenze territoriali espressa dai cittadini del Nordest, che sembra evidenziare l'esistenza di tre specifici poli d'attrazione: locale, globale, nazionale, con quest'ultimo a svolgere un ruolo di preminenza e, allo stesso tempo, di raccordo fra le diverse identità; in parziale contraddizione con alcune rappresentazioni del Nordest molto diffuse qualche anno fa e, in una certa misura, tutt'oggi persistenti.Sono questi i principali risultati del sondaggio settimanale dell'Osservatorio sul Nordest. Lo studio, diretto da Ilvo Diamanti, è stato realizzato dall'Istituto Poster di Vicenza, su incarico del Gazzettino e della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
La sfiducia verso le istituzioni nazionali e l'insoddisfazione per il loro funzionamento, sono tra i caratteri che, nel corso degli anni Novanta, contribuiscono a proporre il Nordest come caso di studio e, parallelamente, a definire la specificità della nuova dimensione sovra-regionale. I soggetti interpreti di questa inquietudine - la Lega ed il leghismo su tutti, ma non solo - tendono, in quegli anni, a farsi promotori di una serie di "patrie alternative", evocando nuove e vecchie identità (la Padania, la Serenissima, il Veneto autonomo).Per la prima volta, quindi, sembra farsi largo l'ipotesi - in alcune fasi annunciata come esplicito progetto politico, in altre lasciata semplicemente trapelare tra le righe - di una possibile secessione dall'Italia di alcune sue aree o regioni. Questo tipo di spinte, tuttavia, non sembrano avere mai attecchito presso la popolazione di queste aree.Il diffuso malessere, infatti, sembra indirizzarsi quasi interamente verso il livello politico-istituzionale, senza investire la sfera di appartenenze. Le indagini svolte in quegli anni - ad esempio quelle che hanno indagato sui temi del patriottismo o dell'orgoglio nazionale - lo dimostrano pienamente.
Ne abbiamo una ulteriore conferma guardando i risultati del sondaggio di questa settimana. Sono tre i principali riferimenti territoriali per i cittadini del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia: la propria città o paese; l'Italia; il mondo intero. In particolare, è proprio lo Stato nazionale, l'Italia, a proporsi come fonte primaria di identità.Circa un cittadino su quattro (24\%) dice di sentirsi, innanzitutto, italiano. La parte rimanente della popolazione si divide tra chi mette al primo posto un contesto di tipo sovra-nazionale e chi, al contrario, sembra prediligere le realtà locali. In particolare, il 18\% manifesta un atteggiamento apertamente cosmopolita, dicendosi, innanzitutto, cittadino del mondo.A questo gruppo ne corrisponde però un altro, analogo per dimensioni (18\%) ma opposto per orientamento, che sceglie come primo riferimento l'unità territoriale minima: il proprio comune di residenza. Gli altri riferimenti sub-nazionali esercitano una attrazione minore, anche se, sommati assieme, spostano decisamente il baricentro delle preferenze verso la dimensione locale. Il 12\% indica come prima fonte di identificazione la propria regione: il Veneto, il Friuli Venezia Giulia. L'11\% sceglie il Nord Est; solo il 5\% si riconosce nel Nord. La stessa Europa, spostandosi sul piano sovra-nazionale, sembra esercitare una attrazione (relativamente) limitata, perlomeno quale primo legame: è circa una persona su dieci a sentirsi, innanzitutto, europea.
Questi orientamenti non sembrano, peraltro, essere mutati granché nell'ultima fase, anche se è comunque possibile scorgere qualche piccolo segnale di movimento.Tra il giugno 2000 e l'aprile 2002, infatti, sembra essersi allargato il gruppo di persone che si identificano, innanzitutto, nei contesti sovra-nazionali.Nello specifico, sembra essere aumentato proprio il senso di appartenenza europea: il numero di quanti si dicono, come prima cosa, cittadini del vecchio continente è passato dal 7 all'11\%.Parallelamente, annotiamo come lo spirito d'appartenenza regionale faccia registrare un leggero arretramento (dal 16 al 12\%).
Le due regioni oggetto d'indagine sembrano distinguersi per quanto concerne il peso attribuito ai primi due riferimenti.Se più di un veneto su cinque identifica quale primo contesto la propria città o paese (21\%), tale percentuale scende di ben nove punti tra i friulani e i giuliani (12\%), i quali sembrano, all'opposto, attribuire maggiore rilevanza alla dimensione regionale: 16\% contro l'11\% rilevato nel Veneto. Quasi superfluo sottolineare come un dato di questo tipo possa legarsi alla condizione di regione a statuto autonomo.
Altri elementi di un certo rilevo si possono desumere dall'incrocio con i principali caratteri sociografici dell'individuo. Tra questi spicca il titolo di studio, che sembra proporre una relazione piuttosto stretta con l'atteggiamento studiato.Le persone con una istruzione più elevata tendono a riconoscersi, in misura superiore alla media, nel contesti sovra-nazionali: quasi quattro intervistati su dieci, tra chi ha conseguito la laurea o il diploma di scuola superiore, si dicono, innanzitutto, cosmopoliti oppure cittadini europei.Speculare l'orientamento espresso dalla persone con un grado d'istruzione più basso, che tendono invece ad esprimere un orientamento di tipo localista.
Fabio Bordignon