Il Messaggero Veneto 11-01-2002
Il professore rilancia le prospettive del Corridoio 5 e la sinergia tra le due regioni per realizzare i collegamenti con l'Est
ROMA - Un gestore unico per strade e infrastrutture, a carattere regionale, ma anche con collegamenti e stretti, con altri gestori delle vicine realtà regionali. Sull'argomento del giorno in Friuli-Venezia Giulia - le grandi infrastrutture viarie e l'integrazione tra la realizzazione del corridoio n.5 e lo sviluppo strategico del Friuli Venezia Giulia - il professor Giancarlo Elia Valori, presidente onorario dell'Asep, l'associazione che raggruppa tutte le autostrade europee (per le quali ha l'incarico di seguire lo sviluppo della rete stradale a Est) e presidente di Aiscat ha le idee molto chiare. Il Cipe ha approvato un pacchetto di opere per il corridoio 5, ma sembra che pochi ne prendano atto.
«Non entro nelle iniziative della Regione, da presidente di Aiscat mi interessa e mi preoccupa allo stesso tempo il problema del Corridoio n.5, ovvero il collegamento Ovest-est con un complesso di opere che nei prossimi dieci anni metterà in moto lavori per oltre dieci mila miliardi. E quando si parla di Corridoio n.5 bisogna ricordare che comprende non solo strade, ma anche tecnologia applicata, mi riferisco alle telecomunicazioni, con le fibre ottiche, al pagamento di pedaggi evoluto, alla video sorveglianza, per dire delle possibili applicazioni più interessanti e all'avanguardia».
Un'occasione ottima per le nostre concessionarie e le imprese di costruzioni.
«Mi preme subito ricordare che le autostrade italiane non saranno investite per diritto divino della sua realizzazione. Non dobbiamo andare come colonizzatori nei paesi dove passerà il corridoio ma dobbiamo creare partnership e joint venture, per poter partecipare alla costruzione e alla gestione, io, quand'ero presidente di Autovie Venete, avevo infatti stilato un protocollo d'intesa con i presidenti delle autostrade ungheresi, austriache, slovene, croate, slovacche».
Un buon inizio per rafforzare i rapporti con i nostri futuri partners in Ue.
«Prima di fare qualsiasi progetto e compiere qualsiasi passo è necessario creare un sistema Italia, e in questo sistema bisogna coinvolgere l'imprenditoria, il mondo creditizio e bancario, la politica, le istituzioni. Quando si presentano alle gare d'appalto, che sono fatte con bandi europei, i francesi, gli spagnoli che sono fortissimi, i tedeschi, hanno dietro non solo le grosse società di gestione, ma pure le banche. Noi invece abbiamo sì una tecnologia tra le migliori del mondo, ma ci manca l'appoggio del sistema creditizio».
Ma il corridoio n.5 è strategico per noi, o ne potremmo fare a meno?
«Il corridoio n.5 è fondamentale per l'Italia dato che collegherà come ho detto l'ovest e l'est Europa, e il Friuli Venezia Giulia è in prima fila, è l'interfaccia con i paesi dell'est e quindi ha una grossa opportunità di sviluppo, ma deve saperla cogliere. Essendo una regione piccola dal punto di vista dell'estensione geografica e della popolazione, bisognerà fare sinergie soprattutto con il Veneto».
Sarà proprio necessario?
«E' sbagliato presentarsi in ordine sparso, è necessario riunire le forze come ho detto prima, dall'altra parte , nei paesi dell'est dove passerà il corridoio è inutile nascondersi che vedono con più favore le imprese spagnole e tedesche considerate più affidabili. La nostra tecnologia da sola non basta Anche il Friuli Venezia Giulia può essere una protagonista importante assieme al Veneto e partecipare alla costruzione delle infrastrutture comprese nel corridoio, per questo bisogna procedere ad opere indispensabili come il passante di Mestre e la terza corsia nella tratta Quarto D'Altino- Palmanova, senza le quali la regione diventerà un imbuto».
Non crede che ogni regione possa elaborare la sua strategia e poi magari confrontarsi?
«Ci deve essere un regista attorniato da tanti attori, l'esempio più recente è stata la costituzione di Veneto strade, dove è stata invitata ance Autovie, certo nessuna delle due regioni deve prevaricare sull'altra, ma ripeto, ci deve essere un'unica regia, non dobbiamo dimenticare che attorno ad un tavolo di concertazione ci vuole la parte pubblica ma anche i privati, industriali e banchieri, e più sinergia si farà con il Veneto più forza avrà la vostra regione per trattare con il governo centrale».
Il tentativo fatto dal sindaco di Udine non è andato a buon fine
«Non entro in queste questioni. E' giusto mettere attorno ad un tavolo tutte le forze positive di questa regione, senza litigiosità ma con lo scopo di creare un'entità per infrastrutturare il territorio, non dimentichiamo che tutti devono fare la loro parte, senza commistione di ruoli, non è pensabile che il politico faccia l'imprenditore e così via tutti gli altri interlocutori».
Il presidente delle Assicurazioni Generali, Gianfranco Gutty, ha espresso preoccupazione per le prospettive future di sviluppo della regione, è troppo pessimista?
«Condivido in pieno quello che ha detto il presidente Gutty, ma per la mia breve esperienza da presidente di Autovie, posso dire che condivido in pieno le sue preoccupazioni. Questa regione può avere un ruolo importantissimo nel futuro scenario europeo, però deve rimboccarsi le maniche per affrontare i problemi senza litigiosità, cercando con le tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione di valorizzare in modo particolare il porto di Trieste, l'aeroporto di Ronchi, la società di Sincrotrone, le infrastrutture stradali e ferroviarie».
Maria Rita Branca