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Il Messaggero Veneto 15-03-2002

Illy: la legge della Cdl è indifendibile

Il più probabile candidato dell'Ulivo ribatte a Romoli: accuse semplicemente ridicole

TRIESTE - «Non vorrei proprio replicare: sono state dette cose talmente grottesche che non meritano una replica». Riccardo Illy, deputato triestino e feroce critico della legge elettorale appena approvata dal consiglio regionale, non sembra prendere troppo sul serio la dura requisitoria mossagli dal coordinatore regionale di Forza Italia Ettore Romoli. Romoli aveva accusato l'ex primo cittadino di Trieste di volere una legge elettorale fatta su misura per una sua candidatura alla presidenza, e aveva parlato anche di un "pericolo Illy" per la regione e di eccessivo personalismo. «Replicare - commenta Illy - significherebbe lasciar pensare che qualcuno possa averle prese sul serio anche per un solo secondo. Io replico quando ne vale la pena: non è questo il caso». Romoli ha però anche sostenuto la bontà della legge elettorale appena approvata, ricordando che corregge il Tatarellum, e offre maggiore possibilità di scelta ai cittadini. «Direi che è proprio il contrario: credo che molte persone la pensino come me, e cioè sarebbero disponibili a candidarsi solo con l'elezione diretta del presidente della giunta».

E riguardo la migliore governabilità offerta dalla legge approvata dal centro destra? «Questa è un'affermazione che non sta in piedi. Romoli dice che la legge è più flessibile perché consente di non tornare al voto nel caso il presidente muoia, o si trovi in permanente impossibilità di svolgere la sua funzione: a parte il fatto che mi piacerebbe sapere quante volte queste condizioni si siano verificate, perché a me non risulta alcun caso, faccio notare che il deputato Romoli si è dimenticato di dire che la legge prevede che il consiglio possa nominare un nuovo presidente anche in caso di revoca di quello precedente».

Quindi? «Si tratta di un'omissione grave: evidentemente è iniziata una campagna di disinformazione sulla legge elettorale, ma a questo porremo senz'altro rimedio con una campagna di corretta, profonda e capillare informazione». A proposito di campagna, non pensa che quella sul referendum possa essere solo l'inizio di una lunga campagna elettorale che ci accompagnerà fino alle elezioni regionali? «È possibile, qualcuno degli esponenti della Casa delle libertà l'aveva paventato».

Le affermazioni dell'onorevole Romoli le sembrano già da clima elettorale? «Mi sembra solo che sia stato seguito il principio secondo cui la miglior difesa è l'attacco: quella legge elettorale è indifendibile, sotto tutti i punti di vista, e cercano di contrattaccare in maniera piuttosto goffa». Le critiche alla sua posizione sono anche un modo di bruciare un possibile candidato alla presidenza per il centro sinistra? «Questo non lo so, ma credo che, tutto sommato, ogni volta che parlano di me mi facciano un favore, quindi non sarò certo io a dissuaderli».

Ritornando alla legge elettorale, se il referendum la cancellasse, ritiene ci sia il tempo per approvarne una nuova? «Mi sembra improbabile: fatta una nuova legge, occorrerebbe attendere altri 90 giorni necessari per eventuali richieste di referendum. I tempi sono stretti: dipende da quando sarà indetto il primo referendum». Come valuta la possibilità di votare con il Tatarellum? «In questo momento sarebbe il male minore. Certo la soluzione ideale sarebbe stata una nostra legge, del Friuli Venezia Giulia, che prevedesse l'elezione diretta del presidente, con alcuni elementi migliorativi rispetto al Tatarellum, come il riequilibrio dei poteri fra consiglio e presidente della giunta, o la riduzione del numero di soggetti che vengono inseriti nel cosiddetto listino. Se però si tratta di scegliere fra rinunciare all'elezione diretta del presidente per qualche modesto miglioramento, o rinunciare a quei miglioramenti e tenere l'elezione diretta, io sinceramente, da cittadino, opto per la seconda soluzione». E crede sia un sentimento diffuso? «Sono convinto che i cittadini non intendano rinunciare a quello che è un loro diritto, oltre che una volontà espressa in un sondaggio dall'esito chiarissimo».

A proposito di sondaggi, anche l'onorevole Romoli ne ha citato uno del Cirm, che dimostrerebbe la tendenza dei cittadini della regione ad appoggiare la legge appena approvata. «Qui si parla di un sondaggio che non esiste: quando esisterà e ce lo faranno vedere, accanto alle modalità con cui è stato condotto e alle domande, potremo anche discuterne. Per ora stiamo parlando sul nulla, tra l'altro in maniera scorretta: o uno il sondaggio ce l'ha, e allora lo fa vedere, o non ne parla proprio. Qui invece pretendono di affermare che i risultati sono a loro favore, senza però farcelo vedere: è una cosa che non si è mai vista, un tentativo goffo di manipolare l'informazione dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, la cui intelligenza merita qualcosa di più».

Alessandro Martegani