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Il Messaggero Veneto 13-11-2001

Rispunta l'indicazione del presidente

In Fi si fa strada una nuova ipotesi che salverebbe le prerogative del Consiglio

UDINE - La maratona sulla riforma elettorale regionale non si arresta: dopo il richiamo del coordinatore nazionale di Forza Italia, Roberto Antonione, a compiere una scelta decisa verso il presidenzialismo, e alla vigilia di una nuova riunione del comitato ristretto della quinta commissione, in programma questa mattina, il gruppo di Forza Italia è tornato a riunirsi nello studio di Udine del professor Marpillero, avvocato e costituzionalista, interpellato dagli azzurri per cercare di chiarire alcuni punti critici della possibile riforma. Si trattava di un incontro in programma da giorni, che non ha nulla a che fare con il richiamo giunto da parte di Roberto Antonione, assicurano i consiglieri azzurri, ma che comunque ha toccato quello che sembra essere il punto fondamentale, o perlomeno più discusso della riforma elettorale: l'indicazione del presidente.

Il progetto Molinaro-Zoppolato, presentato nell'ultima riunione del comitato ristretto, prevede un'indicazione preventiva del candidato alla presidenza della giunta, senza però riportare il nome sulla scheda elettorale; secondo le prime impressioni dell'avvocato Marpillero, sarebbe però possibile arrivare anche all'inserimento del nome del candidato sulla scheda, senza per questo precludere la possibilità per il consiglio regionale di rieleggere un nuovo presidente nel corso della legislatura, in caso di caduta della giunta.

«Non c'è ancora nulla di scritto - racconta il capogruppo di Forza Italia, Aldo Ariis - ma sarebbe possibile una soluzione che salvi il meglio del sistema presidenziale, con il nome che appare sulla scheda e può essere votato dagli elettori, ma consenta comunque la sostituzione della giunta in caso di crisi». La tendenza del gruppo azzurro sembra dunque essere quella di dare maggiori soddisfazioni ai presidenzialisti, presenti anche all'interno di Forza Italia, pur conservando le prerogative del consiglio: non c'è però ancora nulla di scritto, ed è probabile che un simile meccanismo venga proposto più avanti, nel corso dei lavori della commissione.

Nonostante i dubbi e le opposte tendenze però, la maggioranza sembra credere nella possibilità di giungere all'approvazione di una riforma: «pur non nascondendo che gli ostacoli ci sono - ha detto Bruno Marini del Ccd - sono un po' più ottimista rispetto al passato. Quella su cui stiamo lavorando è un'ipotesi forte: con il nome del candidato sulla scheda, ci avviciniamo molto all'elezione diretta, diamo all'elettore la possibilità di scegliere, conservando l'indipendenza del consiglio. Anche il coordinatore di Forza Italia Antonione potrà essere soddisfatto».

La consulenza di Marpillero riguarda però anche altri punti, forse meno discussi, ma ai quali la maggioranza sembra comunque tenere molto, come le pari opportunità. Nella riforma il centro destra è deciso ad inserire delle regole che favoriscano la presenza di donne nel consiglio e nella giunta, ma questo tipo di norme presentano problemi di compatibilità costituzionale, oltre che di equità: quello che si vuole ottenere è una legge moderna, che favorisca la presenza femminile, ma senza scadere nel protezionismo. Chiusa la possibilità d'istituire un seggio garantito per la minoranza slovena, la maggioranza sta anche studiando come favorire comunque la presenza di almeno un membro della comunità linguistica in consiglio. La linea di demarcazione fra la tutela e norme che favoriscano l'elezione di uno sloveno è però labile, e occorre fare attenzione a non cadere nell'incompatibilità costituzionale.

Un ultimo punto riguarda poi i metodi d'attribuzione dei seggi: la norma transitoria, quella che scatterebbe nel caso di mancanza di una riforma da parte della regione, prevede infatti il ritorno al cosiddetto sistema "n + 1", già sostituito dal sistema "n + 2" nella scorsa legislatura: si tratta di un metodo che attribuirebbe all'Alto Friuli solo due o tre consiglieri, contro i cinque o sei attuali, e che la maggioranza vuole assolutamente evitare.

Alessandro Martegani