Il Messaggero Veneto 03-02-2002
di STEFANO POLZOT
UDINE - Gli assessori regionali non possono ricoprire contestualmente la carica di componenti dell'assise legislativa. L'indicazione giunge direttamente dal vertice nazionale di Forza Italia, a firma del coordinatore, Roberto Antonione, e complica, ancora di più, la matassa relativa alla legge elettorale per il Friuli-Venezia Giulia. Al presidente della Giunta, Renzo Tondo, è pervenuta, infatti, una lettera, firmata da Antonione il 15 gennaio scorso, con la quale si ricorda che «a seguito di un ampio dibattito in seno al comitato di presidenza di Forza Italia nel luglio scorso si è presa la decisione di rendere incompatibile la carica di assessore con quella di consigliere regionale, per garantire maggiori opportunità di ampliamento della rappresentanza del movimento». Un indirizzo, già comunicato due volte nel passato, che «è stato rafforzato - ha aggiunto Antonione - nell'ambito della consulta del presidente Berlusconi». Da qui la richiesta di «confermare se è stata data attuazione a quanto deciso e, in ogni caso, di dare immediato seguito con l'adeguamento degli statuti».
Una scelta di partito, che, inevitabilmente, entra nel vivo del dibattito sulla legge elettorale. Se il movimento di maggioranza relativa del centro-destra impone, come regola, l'incompatibilità, è evidente che, dove governa, la norma deve essere adattata. La proposta di legge elettorale, licenziata dalla commissione, invece, dà la possibilità (un indirizzo, quindi, solo facoltativo) che fino ad un quarto degli assessori siano esterni. In realtà, nel corso del dibattito, Forza Italia era disponibile ad introdurre l'incompatibilità, ma è stata stoppata dagli alleati, in particolare da Alleanza nazionale, tant'è che la soluzione trovata è stata di mediazione. «Si tratta di una novità sulla quale riflettere - commenta il segretario della Lega nord Friuli, Beppino Zoppolato - anche se non siamo convinti dell'utilità della proposta». Decisamente critica la posizione di Alleanza nazionale. «E' un problema interno a Forza Italia - commenta il capogruppo della destra, Adriano Ritossa - che per il momento non ci coinvolge. In ogni caso, siamo contrari al fatto che gli assessori regionali, oltre alla fiducia ricevuta dal presidente della Giunta, non siano supportati dal consenso popolare». Una questione, comunque, che contribuisce ad innervosire il clima, tant'è che Ritossa sottolinea che la proposta di legge licenziata dalla commissione potrà andare in aula «solo se accompagnata dalle firme di tutti i componenti del centro-destra».
L'indirizzo giunto da Roma, invece, deve essere recepito, secondo il consigliere regionale forzista, Maurizio Salvador. «La scelta è abbastanza netta - sostiene - ed è evidente che qualche problema lo pone rispetto al meccanismo elettorale prospettato dalla maggioranza». Salvador indica, ad esempio, un paradosso. Se si stabilisce che gli assessori non possano fare i consiglieri e quindi debbano dimettersi da quest'ultima carica e non si vincola la durata della legislatura al mandato del presidente, quale componente dell'assise legislativa, eletto a colpi di preferenze, rinuncerebbe al posto sicuro per entrare in giunta, con il rischio di rimanere a casa dopo poco, nel caso di sostituzione del massimo rappresentante della Giunta?