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Il Piccolo 11-05-2002

«Due esempi eclatanti: il caso delle strade Anas e la riforma del turismo»

Illy: «La Regione osteggia la devolution»

TRIESTE - Funzioni amministrative e gestionali assegnate ai Comuni, gli enti più vicini ai cittadini e ai loro bisogni. Un governo regionale autorevole e indipendente, risultato dell'elezione diretta del presidente della giunta, unica strada per evitare di farne un «ostaggio», qualunque sia il suo colore politico. Nuovo patto di unità all'interno del territorio regionale, fondato su autonomie locali vere, con trasferimenti di risorse secondo criteri precisi, indistinti, tra cui il gettito fiscale prodotto dal territorio.

La Lista «Con Illy per Trieste» lancia ufficialmente il progetto per la realizzazione delle autonomie locali, cuore del programma per le elezioni regionali del prossimo anno, con cui scenderà in campo indipendentemente dalla candidatura alla presidenza dell'ex sindaco. Il deputato Riccardo Illy, affiancato dal collega Roberto Damiani, ex vicesindaco, e dal presidente degli illyani, Gianni Pecol Cominotto, ha lanciato uno slogan illuminante: «Evitare il decentralismo», ossia il nuovo centralismo regionale. L'ha ribadito anche due giorni fa, nella «bicameralina» romana che si occupa dell'attuazione della riforma amministrativa e di cui Illy è stato appena nominato segretario: «C'è il rischio di vedere le Regioni accorpare i poteri dei Comuni, attraverso un'attività strisciante di autoattribuzione di competenze amministrative o di costituzione di nuovi enti con lo stesso scopo».

Una devolution all'incontrario, che, secondo il deputato, trova in Friuli Venezia Giulia uno degli esempi più eclatanti. «Il federalismo che parte dal basso, qui potrebbe essere una realtà, ma così non avviene per la totale inerzia della Regione o per la volontà di andare in senso opposto». Illy ripercorre le tappe del federalismo mancato: la legge costituzionale 2 del '93, che assegna alla Regione poteri sull'ordinamento degli enti locali, rimasta lettera morta anche dopo i decreti attuativi del '97. Poi, dopo la modifica della Costituzione intervenuta nel 2001, che pone sullo stesso piano, con pari dignità, Stato, Regioni, Province, Comuni e città metropolitante, il Centrodestra ha approvato la legge regionale 15 sui princìpi: ma anche in questo caso l'attuazione latita.

Qualche esempio? In tutte le regioni italiane - spiega Illy - le strade dell'ex Anas sono state attribuite alle Province, a esclusione del Veneto, che ha creano una società apposita. Qui da noi si pensa di fare lo stesso, cioè creare una società per azioni a controllo regionale, quando proprio la legge 15 assegna alle Province la competenza su viabilità e trasporti. Altro settore? Il turismo. È stata approvata una legge di riforma che istituisce una società mista, a livello regionale, con compiti di promozione, col risultato che adesso c'è una pletora di soggetti che si occupano della stessa cosa. In Veneto questa competenza è stata attribuita alle Province, ma questa volta - ha ironizzato Illy - non era comodo copiare, altrimenti non si riuscivano a moltiplicare le poltrone».

Eccolo qui, dunque, il programma degli illyani in pillole: «Far conoscere la situazione ai cittadini e portarli a votare per rendere più autorevoli gli enti più vicini a loro». «La potestà legislativa - esemplifica Pecol - viene utilizzata in realtà dalla Regione per provvedimenti amministrativi mascherati da leggi con cui si entra nel governo diretto dei Comuni».

Damiani, infine, rispolvera l'«autonomia possibile», il progetto lanciato dagli illyani nel '96, «nè di disturbo, nè concorrente» - ci tiene a sottolineare - rispetto a quello su cui Primo Rovis ha raccolto oltre 50 mila firme. «Ci attendevamo che la proposta del commendatore facesse passi avanti, invece anche in questo caso le promesse mancate, come l'assessorato comunale all'Autonomia, sono state tante. Noi siamo realisti: Rovis avrà tutto il nostro appoggio se la sua idea ha concrete possibilità di realizzarsi. Altrimenti, dovrà combattere accanto a noi».

Arianna Boria