Il Messaggero Veneto 24-12-2001
Dopo le accuse di immobilismo, il presidente della giunta anticipa i prossimi passaggi di programma
«Innovazione, internazionalizzazione e devolution: queste le sfide per il nuovo Friuli»
di FEDERICA BARELLA
UDINE - «Se sei mesi fa mi avessero detto che avrei chiuso una Finanziaria tutto sommato così positiva, ci avrei messo subito la firma». Il presidente della giunta regionale il forzista Renzo Tondo, non sembra essere scosso dalle critiche che soprattutto i parlamentari della sua stessa parte politica, la Cdl, hanno lanciato all'amministrazione regionale. Tanto da ribaltare la questione, per arrivare a lanciare le nuove sfide per il 2002. «In questa Finanziaria appena votata - spiega il presidente - sono stati approvati gli strumenti per dare attuazione alle quattro riforme che ritengo fondamentali per far fare alla Regione quel salto di qualità che il Friuli-Venezia Giulia attende da tempo, ovvero le riforme relative al sostegno all'innovazione, alla promozione del ruolo internazionale della Regione, alla riorganizzazione del personale e alla devolution agli enti locali. Quattro vere e proprie sfide che ci impegneranno nei prossimi mesi. Solo fra un anno, o più, dunque, potremo essere giudicati appieno».
Dunque lei respinge le critiche di questi giorni?
«Le respingo totalmente, in quanto le ritengo del tutto infondate e comunque non indirizzate alla mia persona».
Con questo cosa vuol dire?
«Il senatore Collino appartiene a un partito, An, che esprime ben tre assessori in giunta. Se i vertici regionali del partito di Fini hanno qualche critica da muovere all'operato dell'esecutivo, credo che prima di tutto debbano rivolgersi ai loro stessi assessori. Comunque, se vogliamo essere precisi, la stessa Finanziaria regionale ha prodotto risultati notevoli».
Per esempio?
«Innanzitutto è stato messo in sicurezza il bilancio della sanità. Poi abbiamo approvato, appunto, gli stanziamenti relativi all'innovazione tecnologica, e ancora, solo per fare degli esempi, nuove misure per il delicato e attualissimo problema relativo al rientro degli immigrati».
Si è chiesto il perchè di queste critiche?
«In Regione siamo riusciti a costruire una maggioranza molto ampia. E più ampie sono le coalizioni maggiori sono le fibrillazioni e i nervosismi al loro interno».
Qualcuno ha parlato di riforma a metà anche sulla sanità, dopo i rinvii sul 118 e sull'organizzazione nel Pordenonese...
«A prescindere che io sono convinto che la centrale unica del 118 prima o poi si dovrà fare, credo che si sia eccessivamente focalizzata l'attenzione su questi due aspetti delle nuove linee di gestione in materia di sanità. Nella giunta della scorsa settimana abbiamo infatti approvato altri indirizzi importanti come l'eliminazione dei doppioni, la centralizzazione degli acquisti e degli appalti contro gli sprechi e le nuove mansioni per i direttori delle maggiori aziende ospedaliere nei confronti dei nosocomi minori».
Ha qualche messaggio anche per la Lega e in particolare per per il segretario regionale Zoppolato?
«A Beppino voglio soltanto dire che i nervosismi e fibrillazioni mi interessano poco. Come presidente di giunta l'unica cosa che mi sta a cuore è che all'interno dei vari gruppi che mi sostengono ci sia unità e compattezza. Per quanto riguarda la Lega, invece, mio aspettavo maggiori spinte in materia di devolution. Li ho trovati un po' 'frenati'...».
Punzecchiature, se non vere e proprie critiche, sono arrivate in questi giorni anche dai parlamentari del suo stesso partito...
«Il rapporto tra me, Saro, Antonione e Romoli viene spesso 'romanzato' dai mezzi di informazione. La realtà è che io sono abituato a ragionare con la mia testa. Da sei mesi mi trovo alla guida di una giunta e di una maggioranza e di esse mi sento espressione. Per quanto riguarda i rapporti con la cosiddetta 'trimurti', in questo momento non posso far altro che ringraziarla di cuore per quanto ha ottenuto in sede di Finanziaria nazionale. Grazie all'opera di Romoli e Saro infatti abbiamo ottenuto 500 miliardi in più. E grazie a questi nuovi fondi non dovremmo chiedere soldi in più ai cittadini attraverso i ticket. Per ora dunque non c'è assolutamente nessuno scontro».
Il senatore di An ieri ha proposto gli stati generali del Centro-destra per rilanciare la politica della Cdl in regione, cosa ne pensa?
«Gli stati generali mi sembrano eccessivi. Un summit dei con i vertici delle varie forze di maggioranza mi sembra invece quanto mai opportuno. Io stesso alcuni mesi fa ho proposto delle riunioni periodiche con le segreterie dei vari partiti. Oltre alla dialettica e alle polemiche che si consumano sui giornali, mi sembrano infatti più utili gli incontri e le riunioni tra di noi. Magari per delimitare bene il percorso di questa giunta e questa maggioranza».
Quali sono i prossimi passaggi che lei è pronto ad affrontare come presidente?
«In qualche modo l'ho già anticipato. A mio giudizio le quattro riforme fondamentali per la nostra regione sono appunto quelle legate allo sviluppo delle imprese al sostegno per l'innovazione tecnologica, l'internazionalizzazione della Regione, la messa in sicurezza attraverso il comparto unico del personale pubblico regionale e la devolution agli enti locali. Solo se falliremo su questi punti ci potranno accusare di gestione insufficiente».
E su queste priorità a che punto siamo?
«In Finanziaria abbiamo approvato strumenti importanti per la loro realizzazione. Per quanto riguarda il nostro ruolo internazionale, ci tengo a ricordare che siamo l'unica regione ad avere realizzato uno sportello per l'internazionalizzazione delle imprese, proprio a supporto del mondo produttivo locale. In materia di comparto unico poi, proprio domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà l'incontro definitivo per la sigla dell'accordo».
Lei ha più volte ringraziato i parlamentari del Polo per i miliardi ottenuti dal Friuli-Vg in sede di Finanziaria nazionale, ma la questione dei decimi in più resta un fatto ancora aperto...
«Questo è vero. Non possiamo arrivare a ogni Finanziaria dello Stato e sperare in qualche concessione, o nell'abilità dei nostri deputati e senatori. Una contrattazione sui decimi in più deve essere inserita nelle priorità. Ma su questo mi sento di chiedere l'appoggio di tutte le forze politiche, di Centro-destra e Centro-sinistra».