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Il Gazzettino 08-05-2001

IL CONFRONTO/ 2

A casa dei liberi professionisti irrompe la "furia" radicale

Stefano Santarossa, candidato pordenonese della Lista Bonino, indossa con consumata disinvoltura i panni del "bastian contrario" e getta un po' di scompiglio nella tranquilla casa dei liberi professionisti. Quella che, non fosse per l'irruzione del radicale, registrerebbe solo un coro di apprezzamenti, promesse e impegni trasversali.

È a Palazzo Kechler, in mattinata, che il mondo di ingegneri, architetti, commercialisti riunito sotto le insegne del Cup chiama a raccolta i candidati. Il voto incombe e i liberi professionisti vogliono "sondare" gli aspiranti parlamentari: Romeo La Pietra, il presidente del comitato provinciale, sintetizza richieste e aspettative. Il rafforzamento degli ordini e dei collegi, un nuovo regolamento, il mantenimento delle tariffe e una netta distinzione tra società commerciali e società di professionisti sono in cima alla lista e anzi danno corpo ad un questionario cartaceo "somministrato" agli ospiti.

In platea, a confrontarsi, ci sono una decina di candidati: ulivisti come Marco Belviso ed Enzo Barazza, berlusconian-leghisti come Francesco Moro, Daniele Franz, Giovanni Collino ed Enzo Cattaruzzi, terzipolisti come Gabriele Damiani. Tutti prendono la parola, tutti assicurano sostegno e appoggio ai liberi professionisti, tutti riversano critiche sugli avversari. Tutti, tranne la "furia" Santarossa che - nella tana del lupo - accusa gli ordini di essere delle corporazioni, reclama la liberalizzazione delle tariffe, contesta lo sfruttamento "in nero" dei neolaureati: «Sono un ingegnere e so quanto è alta la disaffezione all'ordine. Purtroppo, però, l'iscrizione è obbligatoria per lavorare». Il Cup, naturalmente, insorge e risponde pan per focaccia alla Lista Bonino: «Macché corporazione. Gli ordini sono, prima di tutto, una garanzia di servizio e qualità per il cittadino». Ma Santarossa, scatenato, insiste.