Il Piccolo 19-04-2002
Domani alla Stazione marittima di Trieste il primo appuntamento a sostegno della legge regionale con cui si dovrebbe andare a votare nel 2003
Marini (Ccd): «L'Ulivo fa demagogia». Ci saranno anche Franzutti e Tondo. L'opposizione ironizza
TRIESTE - Partirà da Trieste il contrattacco di Forza Italia e del Ccd al referendum regionale dell'Ulivo contro la nuova legge elettorale. Per domani mattina alla Stazione marittima gli azzurri e i cicidì triestini hanno infatti organizzato una pubblica manifestazione sul tema «La legge elettorale regionale e la demagogia dell'Ulivo», schierando per l'occasione - insieme col presidente della giunta regionale Renzo Tondo - i propri «big» locali, dal vicecapogruppo regionale Bruno Marini all'assessore ai Trasporti Franco Franzutti, dal consigliere Edoardo Sasco al vicepresidente del Consiglio regionale Giulio Staffieri.
«Spiegheremo alla gente - dice Bruno Marini, dopo aver lamentato solo pochi giorni fa una tiepidezza difensiva da parte del Centrodestra - come l'Ulivo, raccogliendo firme per l'abrogazione della legge, faccia solo demagogia. Anche se l'elezione diretta del presidente non è contemplata giuridicamente, è politicamente inesatto affermare il contrario: infatti la scelta viene comunque affidata, col nome sulla scheda, ai cittadini». Invece l'assessore Franco Franzutti - nel rilevare come l'iniziativa si proponga di rimediare alle titubanze di Alleanza nazionale e di certi ambienti della stessa Forza Italia - esorta piuttosto a evitare una «battaglia di religione», osservando che «il momento referendario è diverso da quello legislativo, per cui i partiti, esaurito il proprio compito, dovrebbero tenersi fuori dei plebisciti che per loro stessa natura sono affidati ai cittadini». Perciò - aggiunge - «bisognerebbe evitare di cadere nella trappola dell'Ulivo esponendoci in difesa della nostra legge al punto da compromettere, nel caso di una bocciatura popolare, la nostra successiva tenuta elettorale».
Però, detto questo, «va senz'altro sottolineato che un governatore, quale è previsto in alternativa dal Tatarellum, poi sarebbe nelle condizioni di ricattare tutti minacciando ogni volta, se contrariato, di andarsene a case insieme all'intero Consiglio regionale; per cui, già per questo, la nostra - conclude Franzutti - è una legge migliore».
Ma non tutti, è chiaro, la pensano così: dall'opposizione il diessino Bruno Zvech subito ironizza: «Prendo atto che proprio quanti hanno code di paglia lunghe chilometri, proprio i più critici di una legge sbagliata, la quale toglie ai cittadini il diritto di scegliersi il presidente, ora pensano di doverla difendere. Evidentemente si può difendere anche l'indifendibile...». E infine Cristiano Degano, della Margherita: «Non può che stupire che l'iniziativa venga proprio da chi, solo qualche anno fa, dichiarava tutta la propria perplessità per una legge che egli stesso riteneva, in caso di referendum, indifendibile. Addirittura il ministro Giovanardi era venuto a dire a Trieste che è senz'altro migliore il Tatarellum vigente nelle altre regioni italiane».
g.p.