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Il Messaggero Veneto 16-03-2002

Arduini: pronti i fondi pensione regionali

L'assessore alle finanze: il sistema creditizio è d'accordo, resta da costituire la società

TRIESTE - «I fondi pensione regionali? Sono praticamente pronti. La legge esiste già, e il sistema creditizio assicurativo si è detto disponibile. Basta solo costituire la società". Pietro Arduini, assessore regionale alle Finanze, annuncia che il percorso avviato due anni fa dal suo predecessore Ettore Romoli è vicino alla conclusione. Però la prevista comunicazione alla giunta, calendarizzata per la seduta di eri, non c'è stata: "Ho preferito soprassedere, perché prima vorrei fare qualche approfondimento con i sindacati, per cercare di appianare le contrarietà». All'orizzonte c'è una società di capitali con il compito di favorire raccolte speciali di risparmio (ovvero i fondi comuni di investimento) e di amministrare i fondi pensione, società promossa e patrocinata dalla Regione, ma di cui faranno parte banche assicurazioni e altri intermediari finanziari. Così si era detto all'epoca, almeno, sottolineando il positivo raccordo tra investitori istituzionali e realtà produttive regionali, e l'opportunità di generare una liquidità reinvestibile in loco. Il progetto originario prevedeva anche il coinvolgimento di Friulia, con un ruolo di consulting aziendale e finanziario, e l'istituzione di due fondi chiusi, uno per lavoratori dipendenti, l'altro per liberi professionisti e lavoratori autonomi.

«Noi saremmo pronti, ripeto. Oltre che gli strumenti giuridici, ci sono i fondi per la creazione della società. Avremmo anche la facoltà di procedere autonomamente, però cercheremo di trovare un raccordo con le organizzazioni dei lavoratori. Le incontrerò al più presto, per vedere se ci sono aperture", dice ancora Arduini. "Il problema è che i sindacati, e anche qualche grossa associazione di categoria, preferiscono che a gestire tutto sia la centralità romana».

«Noi come Regione non interverremmo con integrazioni nei versamenti, però potremmo contenere i costi della raccolta fondi. Se uno versa una grossa cifra questa è ininfluente, ma se gli trattengono 50 mila lire tredici volte, l'anno, e ogni volta ha tre o quattromila lire di spese bancarie, la cosa non è ininfluente", conclude l'assessore. "Abbiamo già espresso ad Arduini la nostra contrarietà, che mi sembra condivisa anche da Cisl e Uil", risponde Paolo Pupulin, segretario generale Cgil. "Quella di dar vita a un'iniziativa del genere mi sembra una pia illusione. Ci ha provato il Veneto, ci ha provato il Trentino, mettendo a disposizione tra l'altro risorse molto più consistenti di quelle previste dal Friuli-Venezia Giulia, però la cosa non è mai decollata. Non si capisce tra l'altro perché si dovrebbe preferire un fondo territoriale rispetto alle garanzie di quelli nazionali».

«Per quanto riguarda i fondi che fanno riferimento a contratti stipulati a livello nazionale, occorre l'accordo con il sindacato", conclude Pupulin. "Volendo, peraltro, ci sarebbe la possibilità di intervenire sui contratti che dipendono direttamente dalla Regione. Ma sinora non l'hanno fatto».

Luciano Santin