Il Messaggero Veneto 07-12-2001
UDINE - Anche dal Friuli-Venezia Giulia partirà un telegramma per Berlusconi, per fermare la rivoluzione nelle fondazioni bancarie volute dal ministro Tremonti. Il presidente della fondazione Crup Silvano Antonini Canterin, oltre alla conferma dell'invio del telegramma, non vuole fare commenti sulla presentazione dell'emendamento alla legge finanziaria destinato a far mutar veste alle fondazioni. «L'emendamento ci ha lasciati sbalorditi - dice Antonini -. Da meno di un anno avevamo terminato l'iter per il nuovo statuto, ora stiamo vedendo cosa sta succedendo».
Una riflessione prettamente "tecnica" la fornisce il direttore della fondazione Crup, Lionello D'Agostini, che si limita a rilevare: «È singolare che la legge speciale con cui si sono istituite le fondazioni bancarie, volute prima da Amato e poi da Ciampi, sia modificata da un emendamento, come d'altronde ha fatto notare anche l'onorevole La Malfa». Se l'emendamento verrà approvato, sarà un vero e proprio grimaldello dicono fonti attendibili, per recuperare i soldi dove si trovano, basti pensare che gli ultimi della fondazione Crup sono di circa 18 miliardi all'anno, a fronte di un patrimonio di circa 600 miliardi. Si calcola per altro che le fondazioni italiane che annovera colossi come il Monte dei Paschi di Siena e la Cariplo, ammontino a circa 60 mila miliardi.
«Avevamo calibrato con estrema attenzione gli equilibri interni alla nostra fondazione, afferma D'Agostini, per garantire massima trasparenza e rispetto per le diversità territoriali, noi comprendiamo infatti le province di Udine e Pordenone. Ora tutto sarà ribaltato». Si riscriverà lo statuto quindi si azzereranno gli organi e il pubblico per D'Agostini tornerà a comandare, proprio quello che la normativa precedente aveva voluto evitare.
Maria Rita Branca