Il Messaggero Veneto 23-0-2002
Il presidente chiede l'appoggio di tutto il partito per una forte azione di governo
TRIESTE - Renzo Tondo è pronto a candidarsi nuovamente alla guida della Regione, ma non si accontenta di un'investitura formale e non vuole trovarsi a capo di una truppa divisa e senza precisi programmi. Vuole dietro di sè un partito unito fin da subito con idee chiare su quello che si dovrà fare da qui al giorno del voto e si attende da Berlusconi e da Antonione quel sostegno che gli è stato promesso dal momento che le prossime regionali saranno il preludio delle elezioni nazionali. E una volta candidato intende governare - lo ha detto l'altra sera a Tricesimo all'assemblea provinciale di Fi - senza tentennamenti e mediazioni, a colpi di maggioranza.
E dietro a lui la base friulana di Forza Italia freme: non ha gradito il modo in cui il movimento si è trovato impreparato davanti alla prospettiva del referendum sulla legge elettorale, non digerisce la sconfitta di Gorizia (mentre in Friuli le votazioni sono andate bene), non capisce perchè i vertici regionali non mettono fine alle polemiche e non lanciano con decisione la candidatura di Renzo Tondo alla presidenza della Regione anche per la prossima legislatura. Lo ha fatto capire, in parte negli interventi in parte con i soliti mugugni.
Quando Cinti ha presentato un odg a sostegno della candidatura di Tondo l'assemblea era pronta ad approvarlo. E' stato lo stesso Tondo a bloccare l'iniziativa, facendo capire - come si è accennato - che quello che si aspetta non è un'investitura formale, che deve venire oltretutto da tutte le province e da tutte le forze della maggioranza, ma l'impegno unitario del gruppo dirigente di Forza Italia (in quanto partito di maggioranza relativa) per garantire una fine legislatura all'insegna della concretezza, poichè sarà il bilancio di quanto si è fatto a spingere gli elettori a confermare, o meno, la fiducia alla Cdl. «Dopo la delusione elettorale o si va alla resa dei conti interna e quindi verso una nuova sconfitta - ha detto Tondo - o si compie uno sforzo unitario per realizzare programmi precisi». E una volta stabiliti gli obiettivi da centrare si andrà avanti decisi, a colpi di maggioranza appunto, anche se su questo o quel tema la giunta non sarà unanime.
La collegialità delle scelte, la fine delle decisioni che arrivano dall'alto e il coinvolgimento invece degli iscritti, dei simpatizzanti e quindi della gente sono state invocate da tutti gli intervenuti, compreso il segretario provinciale Saro. «Non si vince più sventolando la bandiera e con la faccia sorridente di Berlusconi - ha detto-. La gente vota in base a come giudica gli uomini, i programmi e le motivazioni. E da Forza Italia gli elettori non si attendono una politica di pura e semplice gestione dell'esistente e conservazione del potere ma di cambiamento». L'esigenza di darsi subito una mossa, cominciando a mobilitarsi in vista delle prossime regionali, è stata espressa con chiarezza sia dall' ex presidente della giunta regionale Adriano Biasutti, che dopo un intervento ricco di suggerimenti sulle cose da fare, a partire dalla devoluzione di compiti dalla Regione agli enti locali, ha lanciato un invito a sostenere uniti il candidato Tondo, sia dall'ex sindaco di San Giorgio di Nogaro Lucio Cinti, che ha formalizzato questa richiesta in un odg.
I parlamentari Danilo Moretti e Vanni Lenna da parte loro hanno sottolineato un'altra esigenza sempre più diffusa tra i forzisti, evidenziando come soprattutto a livello locale bisogni tornare a una politica basata sulla corresponsabilità e sulla compartecipazione a tutte le scelte, alla presenza sul territorio e alla collegialità nelle scelte sia delle linee politiche che delle nomine. L'assemblea ha ascoltato anche con grande interesse le testimonianze di Guido Pettarin e di Mario Brancati sulle cause della sconfitta elettorale della Cdl alle comunali di Gorizia, riconducili essenzialmente al distacco del partito dalla gente.