Il Messaggero Veneto 21-02-2002
TRIESTE - L'onorevole Riccardo Illy è d'accordo, «pur se con qualche aggiunta», con la «scaletta delle cose da fare», indicata dal presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan martedì a Pordenone. Per questo chiede si favorisca la tendenza all'attenuazione dei campanilismi e si arrivi, anche in Friuli-Venezia Giulia, all'elezione diretta del presidente della Regione. L'ex sindaco di Trieste, possibile candidato del centro sinistra alla guida della Regione, condivide i propositi di collaborazione. «Le indicazioni della relazione di Paolo Feltrin sul rapporto tra identità e livello istituzionale - ha detto Illy - testimoniano quanto emerso in un recente sondaggio della Swg: c'è in regione un'attenuazione del fenomeno del campanilismo. E questo è un bene. È un atteggiamento che dobbiamo assecondare e incrementare. Mi pare che questa tendenza avanzi non solo all'interno della regione - ha aggiunto Illy - ma anche nel NordEst. È logico quindi che, se questa è la tendenza, le possibilità di collaborazione tra le due regioni non possano che venir favorite e agevolate».
Per quanto riguarda le proposte di Galan, Illy evidenzia che sono «il frutto ragionato e meditato di chi conosce le potenzialità del proprio territorio. Ma alla lista io aggiungerei un punto e mi permetto di contestarne un altro». Secondo Illy, infatti, una collaborazione tra le due regioni non può non interessare anche le rispettive finanziarie, Friulia e Veneto Sviluppo, «che diventano tre con il Trentino Alto Adige». La possibilità di fare massa critica anche nel settore finanziario - ha spiegato - non dovrebbe essere sottovalutata».
La contrarietà di Illy ai punti sollevati da Galan riguarda soprattutto la gestione delle strade ex Anas. «Non sono favorevole a una Spa regionale o interregionale - ha detto Illy - ma piuttosto a valorizzare la competenza delle Province che già gestiscono strade. Ma la giunta regionale - ha precisato - si è caratterizzata in questi anni più per la spartizione delle poltrone che per strategie innovative nei settori discussi nel convegno di Pordenone».
Un ragionamento, questo, che porta l'ex sindaco di Trieste a ragionare sull'elezione diretta del presidente della Regione. «In questi anni la collaborazione con il Veneto non è decollata anche perché abbiamo sempre temuto di essere schiacciati. È chiaro che un presidente meno caratterizzato dal punto di vista democratico rispetto al collega veneto può rappresentare un freno o un limite a questa collaborazione. Ma dopo i sondaggi Swg e del professor Feltrin spero e penso - ha concluso Illy - che in un modo o nell'altro anche in Friuli-Venezia Giulia si arriverà all'elezione diretta del Presidente della Regione».
Non nasconde scetticismo anche il segretario della Cgil del Friuli-Venezia Giulia, Paolo Pupulin. «I contenuti ha dichiarato possono essere tutti condivisi; riserve invece sul metodo. Mi è sembrato un confronto dove è prevalso il "pensiero unico", degli amici che parlano agli amici, mentre su questi temi tutte le parti sociali andrebbero coinvolte. Mentre con altri governi ha aggiunto l'Associazione degli Industriali di Pordenone interloquiva per lo meno a 360 gradi, martedì questo non è emerso. Forse è un segnale dei tempi e testimonia come, anche a livello locale, le associazioni siano legate a Confindustria che non fa mistero nello sposare le tesi del Governo un giorno si e l'altro pure».