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Il Messaggero Veneto 16-05-2002

Federalismo, un manifesto della sinistra

Ds, Pdci e Sdi: più spinta all'identità friulana e maggiori poteri agli enti locali

UDINE - La riforma federalista della Regione Friuli Venezia Giulia ha il suo manifesto. E' stato elaborato, sottoposto al giudizio della base e sottoscritto, da tre gruppi della sinistra regionale, i Ds, il Pdci e lo Sdi, che dopodomani sabato, alle 15, lo discuteranno riuniti in assise all'Auditorium Tomadini di Udine. Illustrato in anteprima alla stampa dai segretari provinciali delle tre formazioni politiche (Pietro Del Frate, Paolo Fontanelli e Franco Giunchi) e da Arnaldo Baracetti della direzione regionale dei Ds, il documento «dimostra la capacità di aggregazione della sinistra del Friuli-Venezia Giulia su un progetto comune - ha sottolineato Franco Giunchi - che si propone, come obiettivo principale, l'avvicinamento dei centri decisionali ai cittadini».

La lista dei punti fondamentali enunciati dal centro-sinistra è lunga. Trasferimento dei poteri e delle risorse agli enti locali, costituzione della Provincia della Carnia e dell'Alto Friuli, riconoscimento delle specificità delle singole province all'interno di una Regione unita, valorizzazione dell'identità friulana e riconoscimento dell'importanza che le tematiche autonomiste rivestono in un contesto socio economico caratterizzato dalla globalizzazione, sono i punti principali sui quali si è sviluppato il dibattito che ha portato alla stesura del documento.

«Proprio su questi punti principali - ha precisato Baracetti - abbiamo riscontrato una forte convergenza di interessi durante tutti i numerosi incontri che abbiamo svolto sul territorio in questi mesi». «E' la risposta della sinistra alla politica del centro destra - ha aggiunto Baracetti - una politica basata su logiche centralistiche, spartitorie e clientelari, una logica più attenta alle poltrone che non agli interessi della collettività. Il federalismo vero al centro destra fa paura, tant'è che uno degli ultimi interventi ipotizzati, riguarda una rivistazione in chiave restrittiva dalle legge 15, che trasferisce poteri alle Province e ai Comuni».

«Un esempio di come l'attuale maggioranza sia preoccupata di perdere il potere - ha concluso - è rappresentata dal fatto che il Friuli Venezia Giulia è l'unica regione in Italia a non aver trasferito alle Province la competenza in materia di pianificazione, uno strumento indispensabile per programmare gli interventi in modo da rispondere con efficacia alle esigenze delle singole realtà, molto diverse le une dalle altre».

Guardano con estremo favore, invece, alla proposta della lista dell'ex sindaco di Trieste, ora deputato del centro-sinistra Riccardo Illy, le tre forze politiche, «della quale condividiamo molti aspetti - hanno affermato concordi i segretari - non ultimo quello riguardante la suddivisione delle risorse economiche in base alla popolazione residente». Un segnale lanciato per aprire un dialogo propedeutico a una collaborazione più ampia? Nessuno ha voluto confermarlo direttamente, ma il messaggio sostanzialmente è stato chiaro: il percorso per arrivare a un nuovo patto fra il Friuli e Trieste è cominciato.

Raffaella Mestroni