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Il Piccolo 24-11-2001

Innovativo accordo a Trieste tra l'Ass e i dottori di famiglia, che fino al 2003 incasseranno incentivi se dimostreranno di essere capaci di arginare la spesa

Premi ai medici che risparmiano sui farmaci

Hanno già aderito 150 professionisti su 230. Il budget da spartire è di 440 milioni, contribuirà pure la Regione

TRIESTE - Per i farmaci si spende troppo. Come risparmiare? Pagando i medici, affinché trovino il modo di fare economie. Un complicato paradosso: così sembra. Ma per chi vive nel «sistema» è già ovvio. Le politiche della Sanità non funzionano su direttive secche, o deontologiche, bensì sul meccanismo del premio in busta, nobilmente chiamato «incentivo». È quanto accade a Trieste, con un accordo siglato a ottobre tra l'Azienda sanitaria e le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia. Diventerà operativo a dicembre e concluderà i suoi effetti nel 2003.

Partendo dal presupposto che i sistemi informatici consentono di attribuire a ciascun medico la responsabilità «misurata» delle proprie azioni (e quindi anche della ricetta), e considerando il «diktat» del governo (spesa farmaceutica non superiore al 13 per cento del totale), si è studiato un meccanismo «frena-pillole» a catena, che parte dalla Regione e arriva al cittadino, il quale sarà l'unico a non guadagnare comunque una lira. Dovrebbe, dicono i medici, guadagnarne in salute, perché troppi farmaci fanno male pure a lui, oltre che alle tasche pubbliche. Vediamo l'accordo. I medici di famiglia dovranno, ma su base volontaria, riunirsi in «team», con periodiche riunioni fra loro e a livello distrettuale.

Avendo in mano la «fotografia» del proprio operato, si controlleranno l'un l'altro per vedere se esistono dei comportamenti inesatti. Potranno anche, in accordo con i medici ospedalieri e gli specialisti, modificare le linee-guida - ciò che uniforma la loro azione curativa in base a criteri scientificamente provati - per «alcune patologie degenerative a forte impatto sociale», così da modificare di conseguenza anche le prescrizioni.

L'Azienda sanitaria ha messo a disposizione 440 milioni. Una parte riguarda l'impegno orario: 60 mila lire per volta a testa, non più di 15 incontri all'anno. La somma restante verrà divisa per il numero di pazienti che il «team» di medici tiene, in questo modo, sotto osservazione. La cifra ricavata costituirà il «di più» che il medico di famiglia percepirà per ogni suo assistito.

Ma non è tutto, perché anche la Regione «incentiva». Se avrà risparmiato sui farmaci, verserà una somma all'Azienda sanitaria virtuosa. E l'accordo dice che metà di questi soldi verranno redistribuiti tra i dottori. «È logico così - afferma Sergio Lupieri, segretario regionale del sindacato Fimmg -, gli obiettivi sono remunerati se raggiunti, e comunque questo lavoro va oltre i termini della nostra convenzione. È un volontariato, costa tempo e fatica».

A Trieste hanno già aderito 150 medici su circa 230. Il limite minimo di popolazione da «monitorare» era stato fissato nel 40 per cento degli adulti. È stato superato. Lupieri: «Le verifiche sono positive per il cittadino, e i risparmi non sono scontati in partenza. Bisognerà raggiungerli senza aumentare i ricoveri ospedalieri, senza scaricare costi sull'altra Azienda». L'Azienda sanitaria: «Accordo innovativo, il controllo sui farmaci non cala dall'alto, ma nasce dal continuo confronto fra medici». E non è che il primo passo di un «ricontrollo» generale.

Gabriella Ziani