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Il Messaggero Veneto 01-05-2002

An, Forza Italia e Cpr contro la posizione della Lega Nord sui finanziamenti ai nuovi nati

«Fondi anche ai figli delle coppie di fatto»

Castaldo: non discriminare i bimbi di persone sole. Dal Mas: minori come soggetto centrale

di FEDERICA BARELLA

UDINE - Per ora gli alleati di Centro-destra non parlano di frattura. Ma in materia di politiche per la famiglia e più in particolare di contributi per i nuovi nati le posizioni di Lega Nord, da una parte, e An, Fi e Cpr, dall'altra, sono di fatto diametralmente opposte. Per il Carroccio infatti i contributi ai figli possono essere concessi soltanto ai nati all'interno di una famiglia regolarmente costituita. Per Alleanza Nazionale, Forza Italia e Centro popolare riformatore invece questa regola non ha senso.

«I contributi ai nuovi nati - affermano in coro i rappresentanti delle tre forze di Centro-destra - devono essere concessi ai bimbi prescindere dalla composizione familiare alla quale appartengono». «Se è giusto considerare la famiglia secondo quanto previsto dalla Costituzione (quindi individuando come tale l'unione tra due soggetti uniti in matrimonio, civile o religioso che sia) - ribadisce Giovanni Castaldo, An, presidente della commissione in cui andranno in discussione i vari testi dalla prossima settimana -, è chiaro invece che la posizione della Lega sulla questione dei figli è a dir poco estrema. Ci sono delle donne che non per colpa loro possono essere rimaste sole, con uno o più figli da allevare. Come si può negare loro, e ai loro bambini, il giusto aiuto, anche e soprattutto economico?».

«Al di là di questa significativa, ma non insuperabile differenza - continua Castaldo -, ritengo che questo testo di legge possa arrivare in tempi ragionevoli anche a una importante approvazione. I presupposti per arrivare alla composizione di un vero e proprio testo unico ci sono tutti. A nostro giudizio i punti imprescindibili sono quelli di una impostazione solidaristica deella legge, in cui al centro dei benefici ci sono le famiglie meno abbienti e monoreddito. In più vogliamo garantire particolare attenzione a quelle famiglie che si prendono carico della cura e dell'assistenza delle persone anziane. Proprio per riuscire a rispettare le reali necessità e intervenire nelle concrete urgenze delle famiglie di questa regione - conclude Castaldo - abbiamo deciso di approfondire queste tematiche con una lunga serie di audizioni in commissioni.

Così, a partire da martedì prossimo sentiremo il tutore dei minori, la commissione per le pari opportunità e varie associazioni». «Impossibile per noi non mettere al centro delle norme a favore dei nuovi nati propri i bambini - precisa da parte di Forza Italia il consigliere Franco dal Mas -. Nella nostra proposta di legge, che depositeremo a giorni in consiglio (e della quale trattiamo più diffusamente nel riquadro a parte, ndr), si parla quindi di contributi per la natalità, prescindendo comunque dal vincolo esclusivo della famiglia. Questa posizione differente, rispetto alla Lega Nord, non sarà comunque di ostacolo all'approvazione della legge in sè».

«Impossibile pensare di penalizzare il bambino a seconda del suo status familiare - precisa un altro forzista Roberto Asquini, anch'egli coinvolto nella stesura della proposta di legge azzurra -. Finalmente il nuovo testo permetterà di superare i limiti delle precedenti norme, risolvendo i problemi di coscienza creatisi in passato, distinguendo la nascita del bimbo come essere umano, da una parte, e situazione familiare, dall'altra».

I Radicali Italiani, attraverso le parole di Gianfranco Leonarduzzi puntano invece il dito sulla questione legata al concetto di famiglia. «Il consiglio regionale - afferma Leonarduzzi dei Radicali Italiani - dovrebbe svincolarsi dal dibattito ideologico e proporre il riconoscimento dei diritti a qualsiasi tipo di convivenza compreso quello delle coppie di fatto. I conviventi, non sposati, omosessuali o meno, sono cittadini a pieno titolo, pagano le tasse e i contributi come gli altri, hanno quindi il diritto di disporre dei beni e delle prestazioni che ne derivano senza alcuna differenziazione. Lo Stato, o in questo caso la regione - prosegue Leonarduzzi - non ha il compito di di esprimere giudizi morali sul comportamento delle persone».