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Il Piccolo 28-03-2002

Delegazione della contea quarnerina in visita al Friuli-Venezia Giulia

Prove di euroregione tra Trieste e Fiume

TRIESTE - All'incontro di ieri tra le delegazioni della contea Litoraneo-Montana e della regione Friuli Venezia Giulia mancava un convitato: la Slovenia, più precisamente la zona costiera. Non era previsto che partecipasse, ma agli esponenti politici e agli imprenditori di Capodistria e dintorni saranno senz'altro fischiate le orecchie perchè sono stati più volte evocati. I rapporti tra Fiume e Trieste, che erano ieri al centro dei lavori, passano infatti per Capodistria, perchè se si parla, come si è parlato, di integrazione dei porti alto adriatici e dell'autostrada tra il capoluogo quarnerino e quello giuliano si finisce invariabilmente per fare i conti con gli sloveni.

Per quanto concerne i porti c'è da creare quel «sistema Alto Adriatico» di cui si parla da decenni, ma che ha fatto pochi passi in avanti, come dimostrano le relazioni piuttosto fredde tra Trieste e Capodistria, unite in un traballante matrimonio nella gestione del Molo Settimo. Mentre Fiume, per il momento, resta ancora fuori dalla porta. Certo ieri è stato auspicato il superamento della concorrenza, ma rimane un auspicio.

Riguardo all'autostrada è stata fortemente sottolineata la sua necessità però. dalla relazione tecnica svolta dal direttore dell'Isdee, Tito Favaretto, è emerso che ci vorranno almeno dieci anni per cominciare a vedere qualcosa. L'ostacolo è rappresentato appunto dalla Slovenia che tira fuori problemi ambientali e difficoltà negli espropri dei terreni, mentre non confessa i suoi timori per l'eventuale esclusione del porto di Capodistria nell'ipotesi di un'«alleanza», corroborata dall'importante infrastruttura, tra Fiume e Trieste. Ma la Slovenia deve rendersi conto che non può boicottare un piano viario che si inquadra nel sistema di comunicazioni europeo. Infatti la Fiume-Trieste diverrebbe, come ha spiegato il responsabile dell'Istituto per la pianificazione fiumano, Mladen Crnjar, la parte iniziale di quel corridoio Adriatico-Ionio che dal capoluogo giuliano scenderebbe verso il Quarnero, Spalato, Ragusa e poi verso l'Albania e la Grecia (Igoumenitsa e Kalamata). Mentre da Fiume sta per essere completata l'autostrada verso Zagabria e Budapest (che dovrebbe essere percorribile entro il 2004) che è una porzione del Corridoio 5.

Corridoio, e ci risiamo, che deve vedere protagonista Lubiana per la «porzione» che coinvolge Trieste e Capodistria. Ma, al di la dei discorsi e delle ampie relazioni tecniche, dall'incontro che ha visto di fronte il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e lo «zupano» fiumano Zlatko Komadina, è uscita un'importante proposta operativa con la creazione di tre specifici «tavoli tecnici», affidati rispettivamente, per la parte italiana, agli assessori all'industria, Sergio Dressi, ai trasporti, Franco Franzutti, e al lavoro, Giorgio Venier Romano. Tavoli in cui potranno essere approfondite i problemi e i progetti comuni nella «cornice - hanno affermato Tondo e Komadina - della comune appartenenza all'euroregione altoadriatica, che impone progettualità e visioni strategiche più ampie, a iniziare da quelle legate alle grandi direttrici europee del trasporto, via mare, autostradali e su rotaia».

All'incontro erano presenti il console d'Italia a Fiume, Roberto Pietrosanto, quello di Croazia a Trieste, Vjekoslav Tomasic, il presidente e il direttore dell'Isdee, Fulvio Degrassi e Tito Favaretto, il direttore di Seed Spa, Antonio Sfiligoj, rappresentanti di Autovie Venete, Finest ed Informest, il presidente della Camera dell'Economia di Fiume Josif Stankovic. oltre all'assessore alle Finanze Pietro Arduini e al presidente di Unioncamere, Antonio Paoletti).

red