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Il Piccolo 03-05-2002

Il viceministro Salvatore Cicu è intervenuto all'inaugurazione del «Rap Camp» sulle Rive, dove sono esposte le armi e le tecnologie più sofisticate

«Un esercito con più professionisti-soldati»

«Le Forze armate non sono più una strada scelta dai giovani come ripiego». Previsti nuovi investimenti

Il soldato di domani? Nelle parole del sottosegretario Salvatore Cicu l'identikit è preciso: «Noi puntiamo su un progetto che investa fortemente nei giovani e che trasmetta loro una visione diversa delle forze armate. Quella del soldato non sarà più una strada scelta per ripiego, perchè si è senza lavoro o in una condizione di emarginazione. Far parte dell'esercito vorrà dire sempre più avere un ruolo importante, uno status riconosciuto e condiviso di protagonista del progetto di sicurezza del proprio Paese e della crescita democratica a livello internazionale. Un status che sarà competitivo con quello dato da altre professioni».

Il viceministro l'ha ripetuto più volte ieri pomeriggio, all'inaugurazione della rassegna degli armamenti in dotazione all'esercito, il «Rap Camp» sulle Rive, dove è stato accompagnato in una visita dettagliata dal sottocapo di Stato maggiore, tenente generale Roberto Speciale e dal brigadier generale Luciano Alberici da Barbiano. E, più tardi, come ospite speciale del forum «I giovani e il mondo del lavoro», dove si è confrontato con i vertici della Camera di commercio, delle donne imprenditrici dell'Aidda, dell'Autorità portuale, del mondo dell'imprenditoria nel settore informatico e farmaceutico.

L'esercito di professionisti - che, secondo un progetto portato avanti insieme al ministro Martino sarà anticipato al 2004 anzichè al 2006 - punta a offrire una formazione all'avanguardia, mirata anche a un reinserimento brillante nella società civile una volta concluso il percorso militare. «Da una parte - ha spiegato Cicu - verrà curata la formazione di carattere culturale, con le tre "i" che noi riteniamo fondamentali, inglese, informatica e imprenditorialità. Dall'altra parte, si punterà alla specializzazione in un settore preciso di attività. Per questo abbiamo avviato da tempo rapporti con Confindustria, Confartigianato, Confcommercio e con le Camere di commercio, che ci indicheranno le professionalità di cui le imprese hanno bisogno, trovandosi poi con il vantaggio di risorse umane perfettamente formate e a costo zero».

La professionalizzazione dell'esercito, l'utilizzo e l'addestramento alle tecnologie più sofisticate, la scelta di un percorso che le missioni all'estero riempiono di contenuti oggi diversi di autorevolezza e credibilità internazionali, sono i messaggi «forti» che il Rap Camp vuole trasmettere ai giovani, nel delicato passaggio della fine della leva obbligatoria. Un passaggio che - ha anticipato il sottosegretario - contemplerà anche investimenti nelle strutture per migliorare decisamente la qualità della vita militare («meglio sostituire queste scatolette con un piatto di tagliatelle...», ha celiato Cicu, soffermandosi davanti a una vetrina che metteva in bella mostra il più tradizionale genere di sostentamento del soldato) e un innalzamento delle retribuzioni, «per una nuova dignità e condizione sociale» del militare.

In prospettiva c'è una prova delicata nel contesto europeo, quella del varo di un'«eurodifesa» alla quale, fin dal prossimo anno, tutti i Paesi saranno chiamati a partecipare, misurandosi in una sfida ancora più impegnativa di quella dell'unificazione monetaria. «L'eurodifesa - ha proseguito Cicu - è già una realtà e noi siamo inseriti in un confronto aperto e competitivo, con cui bisogna misurarsi». Dopo l'11 settembre - è stato sottolineato più volte nel corso del pomeriggio - è cambiato l'atteggiamento comune verso le Forze armate. Il sottosegretario ha parlato dell'attentato alle Twin Towers come di un «passaggio storico» per la comprensione del ruolo e dell'impegno dei militari. Nella cui immagine, oggi, l'obiettivo è quello di integrare perfettamente tradizione e modernità, valori e tecnologie, ruolo internazionale e contatto con le esigenze e i bisogni del mondo produttivo e della società civile.

Arianna Boria