Il Messaggero Veneto 22-05-2002
Si accende la polemica nel Polo per l'esclusione dell'imprenditore dal consiglio di Mediocredito
Il coordinatore regionale di Fi: se l'avessimo saputo prima, l'avremmo indicato noi
TRIESTE - «Una decisione inopinata. Lo avessimo saputo prima, avremmo rimediato». Dice così, Ettore Romoli, responsabile regionale di Forza Italia, in merito all'esclusione di Andrea Pittini dal cda di Mediocredito. «Ho appreso le notizie di stampa relative al fatto che il ministero dell'Economia non ha indicato, come nella tornata precedente, il cavalier Pittini a componente del consiglio. La notizia mi ha estremamente rammaricato. Se fossimo stati informati in precedenza di questa inopinata decisione governativa credo che avremmo dovuto e potuto nominarlo in quota Regione. Tengo a precisare che Forza Italia ha comunque indicato nel cda delle personalità al di fuori dallo stretto ambito di partito, e rappresentanti di quel mondo imprenditoriale cui fa riferimento Pittini».
Il commento del responsabile del partito di maggioranza relativa di fatto prende le distanze dalla scelta, e rimarca l'autonomia della decisione governativa. Ma, posto che se n'è occupato il sottosegretario friulano Manlio Contento, di An, è credibile che la scelta di far fuori il numero uno di Assindustria sia avvenuta per caso, e nella totale inconsapevolezza della Cdl locale?
Può essere, come ipotizza qualcuno, che la scelta entri in qualche modo nella scontro tra le due "zolle" forziste del Friuli-Venezia Giulia, quella bianca di Antonione e quella rosa di Saro, successiva ai colloqui privilegiati del primo con Pittini e alla famosa "cena di Miramar"?
«Non saprei che dire, in merito. Ma, al di là di qualsiasi considerazione, registro un fatto grave: si toglie dal cda una presenza storica e qualificata, per lasciare magari un funzionario romano», commenta dal canto suo Viviana Londero, vicecapogruppo di Lega Nord. Più deciso il capogruppo Claudio Violino: «Non è fantapolitica, credo che la vicenda possa inquadrarsi nella fortissima querelle interna a Forza Italia. Che sta portando la Cdl, quanto meno, a non crescere».
«Ammetto che alcuni elementi potrebbero far inquadrare la vicenda in questa contrapposizione, che peraltro non è di fondo, ma si manifesta solo in circostanze e scelte diverse», riflette il forzista Gualtiero Stefanoni. «Certo, l'eliminazione di Andrea Pittini dal cda appare un'anomalia. Però io la leggerei piuttosto come un segnale, quello di voler gestire Mediocredito e altre istituzioni regionali in modo diverso. Lasciando cioè fuori figure che, essendo portatrici di precisi interessi di parte, potrebbero ingenerare dei conflitti».
E Adriano Ritossa, capogruppo di un'An in cui si coglie qualche imbarazzo, rilancia la tesi del conflitto d'interessi. «Certe cose sono leggende metropolitane per cercare di creare screzi nella Cdl. Io non ho mai saputo che il nome di Pittini fosse tra i papabili. Però, dal momento che il compito di Mediocredito è di supportare l'imprenditoria, forse non è opportuno avere il rappresentante regionale dell'industria nell'organo che è di fatto erogatore degli aiuti», dice. Mentre l'assessore Luca Ciriani,suo compagno di partito, si abbottona gelido: «E' una decisione nella quale non c'entro. Si tratta di una scelta dell'onorevole Contento che non intendo commentare».
Isidoro Gottardo, capogruppo del Cpr, dice di non credere in grandi scontri tra i politici. Ma ammette che episodi del genere fanno danni. «Sono cose che non devono succedere. Dietro non vedo complotti se non la furbizia di qualcuno che ha intravisto la possibilità dei inserire nel cda un suo amico. A svantaggio però di quel gioco di squadra che dovrebbe pur sempre prevalere». Nel frattempo è stata riconvocata per oggi una riunione di maggioranza.
Luciano Santin