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DAL FORUM Radicalifvg.it

ELEZIONI REGIONALI 2003

Daniele Capezzone (9 maggio 2003)

Onde evitare fraintendimenti:

1. negli ultimi mesi -in particolare a pordenone, trieste ed udine- si è svolto un lavoro notevole, del quale voglio nuovamente ringraziare i compagni che lo hanno animato e reso possibile, e che ho cercato di aiutare.

2. tale lavoro, tra l'altro, ci ha consentito di dire la nostra (e anche di incidere, in qualche misura) sull'appuntamento referendario di settembre, rendendo forse ancora più viva la nostra presenza nella regione.

3. in vista dell'appuntamento elettorale regionale, in costante contatto con i compagni, sì è cercato di indagare e di esplorare le varie possibilità esistenti.

4. in primo luogo, abbiamo cercato di convincere renzo tondo (spesso vicino ai radicali, sulle iniziative transnazionali come su quelle relative ai temi economici) a candidarsi autonomamente alla presidenza della regione, scegliendo come elementi centrali della campagna per un verso l'accordo con i radicali e per altro verso la prospettiva presidenzialista "americana": fin tanto che è stato possibile, come è noto a tutti, ho ed abbiamo cercato di aiutarlo e convincerlo, pubblicamente e privatamente. purtroppo, non ci è riuscito, perché tondo -uomo di molte qualità, tra le quali non spicca però, diciamo così, la propensione al rischio politico- si è infine fatto riassorbire e ridurre al silenzio da forza italia.

5. è rimasto in campo, tra gli uomini che condividevano le posizioni politiche di tondo, ferruccio saro. a lui abbiamo fatto un discorso analogo (accordo con i radicali e prospettiva presidenzialista), suggerendogli, in particolare, due cose: che la nostra comune coalizione si chiamasse "loris fortuna radicale e socialista", e che vi fosse, a sostegno di quella coalizione, una lista radicale. dopo un iniziale sì, è venuto il no: indisponibilità al richiamo a loris fortuna, e richiesta di confluire in un listone unico. morale: il progetto politico diveniva indistinguibile, l'operazione perdeva qualunque respiro di prospettiva rischiando di ridursi ad una piccola operazione di "vendetta antipolo", e -per inciso- a noi sarebbe toccato portare i voti, mentre gli amici di saro avrebbero...portato le preferenze (intendo dire, che i nostri compagni che si fossero eventualmente candidati avrebbero avuto, in un unico listone, ben poche chances di scavalcare in voti personali qualche vecchio marpione locale)

6. restava la possibilità di appoggiare illy: ma possiamo permetterci (e su quale base politica?) di appoggiare l'alleanza ulivo+rifondazione?

7. restava -ancora- la possibilità teorica di appoggiare il polo. ora, è noto che il polo, in fvg, è il polo di bossi e tremonti (cioè l'asse politico che -mi pare- cerchiamo di contrastare a livello nazionale), è il polo della candidata leghista, è il polo delle proposte truculente in materia di famiglia e libertà individuali... su che base si poteva realizzare un accordo? alla fine, a poche decine di ore dalla chiusura delle liste, il commissario di fi (rosso: è il piemontese che è stato sconfitto alle comunali di torino, e che, per ragioni a me non chiare, è stato mandato a nord-est a fare il commissario, con un napoletano...) ha fatto sapere ad alcuni dei nostri amici che si poteva provare a ragionare sull'ipotesi della riforma elettorale, ma a questo non ha fatto seguito alcun passo serio e consistente, a mio avviso.

per essere ancora più chiaro, un nostro accordo con il polo avrebbe dovuto avere la forza dello "scandalo" (come accade a pisa, con l'accettazione entusiasta da parte del candidato polista di una nostra presenza come "coscioni-radicali-antiproibizionisti"): qui, invece, cosa avremmo avuto? a poche ore dalla chiusura delle liste, solo qualche vaga dichiarazione di rosso sulla questione elettorale, magari qualche caso di raccolta di firme sulla nostra pdl, ma senza impegni tassativi da parte dell'intera coalizione e -soprattutto- senza che i cittadini friulani fossero messi a conoscenza del "positivo scandalo". in altre parole, se avessero voluto scegliere fino in fondo la prospettiva americana, avrebbero potuto comunicarlo con chiarezza a tutti gli elettori, usando gli ingentissimi mezzi a loro disposizione. e peraltro -lo dico alla fine e solo per inciso- come mi è stato confermato a livello nazionale, la "profferta", già politicamente ambigua, avveniva pure a listino già chiuso e blindato.

8. che fare, allora? abbiamo sempre ritenuto che la presenza elettorale radicale (a maggior ragione in un appuntamento amministrativo) potesse avere senso se legata ad un chiaro obiettivo politico di valenza generale. ora, le condizioni di legalità generale (e friulana) non ci danno la forza (mi pare un fatto obiettivo) di immaginare una lotta politica ad armi pari (e quindi una presentazione autonoma), né sono emerse -nonostante il nostro sforzo- ipotesi di accordo difendibili, raccontabili, spiegabili, convincenti. si sarebbe trattato -con saro, col polo, con illy- di un piccolo accordo di potere...senza neanche il potere, senza neanche -cioè- serie chances di elezione.

mi sono allora assunto la responsabilità di dire, che, per quanto mi riguardava, non esistevano le condizioni per una nostra presenza in quanto "radicali italiani": restando ciascuno libero -siamo tutti liberi cittadini, per fortuna- di decidere per sé (ovviamente, senza però usare simboli o diciture come "bonino", "pannella", "radicale", "radicali").

apprendo che gianfranco si è deciso a candidarsi nelle liste di forza italia alle comunali di udine. se posso e se vorrà, cercherò di dargli una mano, anche se mi sono permesso di dirgli che non mi pare un'operazione particolarmente lungimirante: a occhio e croce (a prescindere da considerazioni politiche generali che non ripeto), i marpioni e i cacciatori di preferenze presenti in quella lista partono con un enorme vantaggio, e mi plare difficile pensare che gianfranco esca rafforzato da questo tentativo.

questo è quanto, come sanno i compoagni con cui giorno per giorno ci siamo sentiti, e come sanno -almeno rispetto ai punti essenziali- gli ascoltatori di radio radicale.

a john mi sento di dire che -certo- non mi è e non ci è riuscito un tentativo, e che la cosa mi spiace: ma è pur vero -mi pare- che il lavoro di questi mesi ci ha consentito una crescita, che -forse- è bene non interrompere questa crescita imbarcandoci in operazioni elettorali confuse e pasticciate (visto che quelle che avremmo voluto condurre in porto sono sfumate), e che -infine- credo che la storia radicale sia fatta di tentativi, e di tentativi condotti con impegno e coraggio, ma non necessariamente (pre)destinati al successo. se fossimo stati in cerca di questo, tu ed io (e tanti altri)ci saremmo forse incontrati altrove.

spero quindi che chi ha deciso di impegnarsi a titolo personale possa -contro quel che mi appare probabile- ottenere un buon successo (e, come ripeto, se lo si vorrà, cercherò di dare anch'io una mano, e anch'io a titolo personale). quel che mi importa anche di più, però, è che si usino queste settimane per tenere vive le nostre iniziative (come si sta, in buona misura, positivamente facendo), e, poi, per ripartire in crescita.

auguri a tutti.

Giacomino Pippolo (14/05/2003)

Nonostante la mia avversione legate probabilmente ad una difficolta' espressiva legata al mezzo comunicativo (e-mail) cosi' impersonale, dove sguardi, inflessioni della voce ed emozioni si annullano, per lasciare spazio a semplici e anonimi caratteri di scrittura...ho deciso di condividere con i compagni radicali alcune considerazioni e riflessioni maturate a seguito degli avvenimenti degli ultimi mesi.

Come e' possibile pensare che il polo (o quelli dall'altra parte, l'ulivo) fatto di quei partiti che sono il motore perpetuo della peste partitocratica, possano scegliere " fino in fondo" la prospettiva americana, vale a dire la loro scomparsa dal teatro, o meglio teatrino della politica italiana e nel nostro caso friulana? Come e' possibile pensare che questa peste partitocratica possa comunicare con chiarezza a tutti gli elettori (con tutti i loro ingentissimi mezzi) la loro volanta' di far scomparire dalla scena politica, i leghisti, gli An, gli Udc, i Forzisti, i DS, le margherite, gli Sdi, i Rifodatori comunisti, gli autonomisti vari, i verdi, i Di-Pietristi? Com'e' possibile? E' impossibile! Ed ecco allora che lo scandalo radicale, quello delle pezze al culo, quello cioe' senza "gli ingentissimi mezzi" poteva e doveva essere proposto agli elettori, a quelli che con percentuali del 70/80/90 percento hanno detto no al finanziamento pubblico, si al sistema elettorale senza la marmaglia di partiti, si a quelle riforme "radicali" che l'Italia da 40 anni attende invano.

La presenza elettorale radicale, aveva senso ed un chiaro obiettivo politico se rapportata a quel 70/80/90 percento di cittadini. E' vero, tutti, o quasi, sono con le nostre proposte, ma basterebbe il 20/15/10 percento di quei consensi alla nostra presenza per fare scoppiare lo "scandalo". Il Friuli era il laboratorio ideale per questa avventura, ideale perche' isolato dal contesto italiano, ideale soparttutto perche' la ferocia ed il cinismo della presenza dei partiti (e di Roma ladrona per dirla alla Bossi) si erano visti con tutte le loro contraddizioni (Tondo, Agrusti, Guerra, Saro, Commissari vari, Illy, Malattia, Cardin, Rifondatori Comunisti ecc., ecc.)

La presenza di Radicali Italiani in Friuli, nella competizione elettorale, era obbligata dal rispetto nei confronti di quella stragrande maggioranza di elettori che ne hanno le scatole piene dei loro stessi partiti. Con una militanza da fine-settimana (per dirla alla Gentili), alle ultime politiche a Udine e Pordenone avevamo dato un 5% di consenso ai radicali, cosa sarebbe potuto accadere se ci fosse stata per un paio di mesi una presenza di "radicali italiani" (romani) in Friuli, con quelli che contano un po' di piu' dei vari Santarossa-Leonarduzzi-Gentili. "Ad armi pari" forse avremmo stravinto, "ad armi impari"...forse solo vinto. Uso il condizionale, ma solo perche' l'utopia diventa "poche" volte realta', ma la storia radicale (come dice Daniele) e' fatta di tentativi condotti con impegno e coraggio (nonostante le armi impari), ma non necessariamente (pre)destinati al successo, il "contesto Friuli", per le condizioni che si erano determinate, era uno di questi! (spero di dirlo con umilta'). La presenza radicale era un "dovere", almeno dal punto di vista di un "militante da quattro soldi" e a tempo perso (mi dovete scusare ma "purtroppo" la famiglia un po' numerosa ed il lavoro "purtroppo" autonomo mi obbligano a qulache scelta in merito), ma che sulla strada, in quei cinque minuti che un passante qualche volta ti concede, trova spesse volte assieme a lui la sintonia, il desiderio comune, di voler mandare a casa questi partiti.

Dovevamo fare il tentativo autonomamente, l'ho espresso ripetutamente negli ultimi sei mesi a tutte le riunioni cui ho partecipato, tralasciando i vari Tondo-Saro-Illy-Poli e Ulivi, perche' a Santarossa e soprattutto Gentili (vedi convention) ribadivo che non uno, che sia uno, di quelli che contano in regione, avrebbero fatto la scelta americana della riforma elettorale. Dovevamo fare il tentativo, quindi, non certi del successo, ma consapevoli che quel mondo di "irriconoscibili" che forse siamo, puo' trovare radice, anche senza passare necessariamente attraverso l'ingiustizia, il carcere, la malattia, la disoccupazione, la diversita', l'emarginazione. Non voglio stare altrove, la diversita' delle idee e delle scelte, non mi preclude la volonta' di appartenenza ad un "movimento sociale che si preoccupa di problemi sociali" (Pannella).

Spero a questo proposito che la non adesione a qualche associazione radicale, mi faccia sentire ancora una volta un diverso. Tenere vive le nostre iniziative, scrive Daniele, e gli fa eco Gentili che, lancia in resta, questa volta si, per una battaglia sulla PDL americana, che appare non difficile, ma difficilissima e sulla quale non si riuscira' a raccogliere, ancora una volta l'adesione di uno, che sia uno, di quelli che contano (a parte generiche promesse e l'adesione postuma di qualche trombato alle elezioni). Ma quel che ancora piu' dispiace e' l'occasione persa per la difficile (e quando dico difficile, lo dico sia per la realta' del movimento regionale che per quello romano) battaglia sul maggioritario, che si sarebbe potuta fare con la partecipazione autonoma dei radicali italiani alle elezioni e sulla quale i pochi militanti friul-giuliani (e perche' no qualche simpatizzante strada facendo) avrebbero potuto unirsi e certamente con maggiore entusiasmo e qualche speranza che per il loro lavoro e forse qualche risultato, ne sarebbe, per questo impegno, valsa la pena.





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