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Il Messaggero Veneto 11-11-2001

Maran: elezione diretta necessaria

Il segretario dei Ds: è una linea nazionale. La Regione non può rinviare

TRIESTE - «Evidentemente sia in Forza Italia, sia in Alleanza Nazionale, ci sono persone più avvedute, che si rendono conto che nella nostra regione non si può pensare di continuare in questa sorta di evoluzione separata». Alessandro Maran, segretario regionale della Quercia, il partito che in consiglio regionale che ha sempre sostenuto una riforma elettorale presidenzialista, guarda con interesse al richiamo del coordinatore di Forza Italia Roberto Antonione. «Ormai dal '95 - dice Maran - il nostro sistema istituzionale, comuni e regioni comprese, sta marciando verso un sistema che individua nell'elezione diretta del capo dell'esecutivo il perno della democrazia dell'alternanza. Non fare questa scelta, significa perpetuare una situazione che non è più tollerabile». «Il problema è semplice - spiega -: con l'elezione diretta, se la giunta cade, si torna alle urne; con il sistema attuale invece, il potere ritorna nelle mani del consiglio.

Il vero nodo è decidere se si vuole che la centralità vada agli elettori, o se si vuol dare il controllo consiglio regionale, facendo del presidente della giunta un ostaggio di maggioranze variabili». Maran sottolinea come gli scetticismi del centro destra in regione verso il presidenzialismo, non rispecchino gli equilibri nazionali: «la stessa norma transitoria rispecchia l'orientamento del parlamento nazionale - dice -. Credo che Antonione, interpreti una posizione diffusa nel centro destra.

«Penso che ci sia una spinta autentica - aggiunge -: non può essere che gli interessi che il centro destra rappresenta, non siano dell'opinione che ci vuole un'evoluzione. La nostra regione rischia di continuare a rinviare». A questo punto però, un nuovo cambio di direzione potrebbe far diventare concreta la possibilità della norma transitoria sull'elezione diretta, così come già avviene nelle altre regioni: «credo che, se si manifesta davvero un dissenso, sia probabile che non ce la facciano a fare la legge, e che si voti con la norma transitoria».

Al.M.