Il Messaggero Veneto 23-10-2001
La maggioranza ha deciso. Caduta anche l'ipotesi del seggio garantito per gli sloveni
TRIESTE - Si allontana, per i cittadini del Friuli-Venezia Giulia, la possibilità di eleggere direttamente il presidente della giunta regionale. La riunione di maggioranza di ieri mattina a Udine (presenti l'assessore Luca Ciriani e Bruno Di Natale per An, Isidoro Gottardo e Roberto Molinaro per il cpr, il presidente della quinta commissione Beppino Zoppolato, e Aldo Ariis, Bruno Marini, Roberto Asquini e Giovanni Vio per Forza Italia), ha fatto il punto sul cammino della legge elettorale, anche alla luce del parere degli uffici legali della regione, che sembrano escludere soluzioni di compromesso e spingono il Consiglio a scegliere fra presidenzialismo e proporzionale.
«Quello che è emerso - afferma Beppino Zoppolato - è che nella maggioranza nessuno vuole l'elezione diretta del presidente della giunta: il presidente lo eleggerà il consiglio. Il problema ora è trovare i meccanismi giusti». Il sistema che si sta ormai delineando prevede il sistema proporzionale, con soglia di sbarramento, premio di maggioranza, sfiducia costruttiva, e indicazione, solo politica però, del presidente della giunta: «all'interno di questo sistema - dice Isidoro Gottardo - stiamo discutendo per valutare quali sono le soluzioni migliori, e soprattutto legittime: il punto emerso chiaramente, è che la maggioranza intende proporre soluzioni concrete per completare l'emendamento Zoppolato, senza alcuna paura del referendum. Se qualcuno vuole poi sottoporre tutto al voto dei cittadini, non c'è problema: andremo a discutere nelle piazze».
Più cauto il rappresentante del gruppo Forza Italia - Ccd, Bruno Marini: «non è che la riunione abbia portato a grosse decisioni - commenta -. Stiamo continuando a confrontarci, ma il tempo stringe. Più tempo passa, e più si avvicina il pericolo della norma transitoria». La riforma varata per le regioni a statuto ordinario infatti, prevede che, qualora le regioni a statuto speciale non provvedessero ad approvare una legge elettorale in tempo utile, scatti anche per queste ultime l'elezione diretta del presidente della giunta, un metodo già in vigore nelle altre regioni d'Italia. Questa possibilità viene ufficialmente indicata da tutti nella maggioranza come un'eventualità da evitare: l'unica forza, presente in consiglio, dichiaratamente favorevole alla norma transitoria, sono i Democratici della sinistra.
Sembra tramontata definitivamente la possibilità del seggio garantito per la comunità slovena: lo statuto della regione non prevede la facoltà d'istituire una simile garanzia per la minoranza, nonostante la norma transitoria assegni al Friuli Venezia Giulia anche il compito di tutela delle minoranze: «è un problema grosso - commenta il presidente della quinta commissione Zoppolato -: il nostro statuto non ci permette di creare un seggio garantito. Occorrerebbe presentare una legge voto e modificare lo statuto della regione, ma sarebbe necessario molto tempo. Bisognerà studiare attentamente la situazione per trovare una via d'uscita, delle norme che favoriscano la presenza di un consigliere sloveno, ma non nascondo che le difficoltà sono molte». Domani si riunirà il comitato ristretto della sesta commissione per una discussione generale sulla legge elettorale, poi il presidente Zoppolato riconvocherà tutti il sei novembre per depositare i testi: sarà quella l'occasione per capire in che direzione andrà la nuova disciplina elettorale del Friuli Venezia Giulia.
Alessandro Martegani