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Il Messaggero Veneto 16-06-2002

Invito ai Ds «a guardare al contenuto ed evitare lo spreco di una consultazione popolare ormai inutile»

Romoli: elezione diretta del presidente

Il coordinatore regionale di Fi: se c'è la volontà politica, la legge si può cambiare

GORIZIA - La legge elettorale si può cambiare. L'orientamento manifestatosi in settori sempre più ampi della Cdl viene ora autorevolmente rilanciato dal coordinatore azzurro Ettore Romoli. Che tende una mano all'opposizione, accettando la proposta di un presidenzialismo senza listino, fatta mesi addietro dai Ds. Non un passo indietro, ma una maturazione che guarda più alla sostanza che alla forma, spiega il parlamentare goriziano. Ribadendo alla fine di puntare su Renzo Tondo quale candidato naturale per il 2003.

Allora, onorevole Romoli, questa legge elettorale va cambiata o no?

Sul tavolo c'è un'ipotesi di lavoro su cui ragionare. Il problema sta un po' nel fatto che i dibattiti oggi avvengono più sulle colonne dei giornali che nelle sedi deputate. Comunque ci confronteremo.

Ma Forza Italia è decisa?

Non è stato formalizzato nulla, però alla luce delle tante posizioni personali evidenziatesi, mi pare che l'orientamento sia chiaro. Ci sono comunque da valutare i dettagli, specie sul versante tecnico.

E adesso come la mettiamo con tutte le dichiarazioni sulla bontà della legge, esempio per le altre Regioni?

La legge è ottima, e può servire da base per gli altri consigli, perché stabilisce alcuni principi validi. Se si può mantenerli con una norma contenente l'elezione diretta, non è questo il punto nodale del problema.

Que vive presidenzialismo?

Ci può star bene un'elezione diretta temperata, equilibrata nei rapporti con il consiglio, e alleggerita da alcune parti del Tatarellum inaccettabili dai veri democratici - mi riferisco al famigerato listino di una dozzina di persone nominate dalle segreterie. A noi interessa salvare i principi non la forma. Guardiamo alla sostanza più che all'apparenza.

Diranno che volete evitare il referendum.

Non vedo perché si debbano gettar via dodici miliardi di vecchie lire per ottenere un risultato raggiungibile anche per via consiliare, e in tempi più brevi. Se l'opposizione intende guardare al contenuto ed evitare gli sprechi, dovremmo poterci mettere d'accordo.

I Ds dicono: mesi addietro abbiamo proposto una cosa del genere, e ci è stato detto di no, perché l'altra legge era migliore.

C'è stata una maturazione interna alla maggioranza, su certe tematiche. Non un passo indietro, ma un passo avanti.

Un passo verso i Ds...

Dovrebbero esserne contenti, no? Se invece vogliono soltanto speculare tatticamente su un supposto effetto traino del referendum nei confronti delle elezioni regionali, allora porranno dei problemi. Lo si vedrà presto.

Qualcuno dice che è impossibile fermare il referendum, perché il conto alla rovescia è già avviato. Vuole chiedere ai Ds di non presentare le firme?

Io rimango convinto di una cosa: se c'è davvero la volontà politica di raggiungere un risultato, individuare la forma tecnica attraverso cui arrivarci non costituisce mai un problema.

E, opposizione a parte, come la prenderanno gli alleati? Intendo la Lega, perché An è presidenzialista da sempre.

Vedremo quale sarà il suo atteggiamento. Però il fatto che il segretario Beppino Zoppolato non abbia espresso un orientamento sfavorevole mi sembra un segnale significativo. All'interno di Forza Italia, al di là del voto compatto, c'erano sensibilità diverse. Certuni si sono spesi al massimo, altri si sono messi al traino, subendo un po' la norma.

Non c'è il rischio di contraccolpi, ora?

E' perfettamente vero. Però penso che in politica non possa esserci niente di peggio che incaponirsi su una posizione per il solo fatto di aver sostenuto certe tesi in anticipo. Una persona intelligente è sempre disponibile a cambiare atteggiamento quando le situazioni lo richiedono. Prova ne sia che a proporre la modifica è stato, autorevolmente, Ferruccio Saro, che pure si era speso in prima persona sulla legge ora sottoposta a referendum.

Ma l'elettorato non si disorienterà?

L'elettorato è abbastanza impermeabile a questi meccanismi complessi anche per i politici. Vuole una legge che consenta di costituire un buona giunta e che dia stabilità alla Regione. Il resto ritengo gli sia abbastanza indifferente.

Illy ha detto che la Cdl bara, perché afferma che il suo candidato verrà scelta in base al tipo di legge in vigore...

Illy ha tutto l'atteggiamento stizzito del bambino cui viene tolto un giocattolo. E questo mi sembra dimostrare che la vera contesa non è sulla legge, ma su una strategia di medio periodo predisposta dai suoi guru per una forte mobilitazione preelettorale. Peraltro noi abbiamo sempre detto che il nostro candidato naturale è Tondo.

Luciano Santin