Il Messaggero Veneto 07-06-2002
Sondaggio sui presidenti. Illy: garanzia di stabilità. Storace critica il Friuli
TRIESTE - (Al Ma.) "Credo che sull'interpretazione del sondaggio non ci siano proprio dubbi". Riccardo Illy è visibilmente soddisfatto dai risultati dello studio commissionato alla Abacus, e presentato ieri mattina a Roma: dati che potrebbero anche rappresentare una spinta per la campagna referendaria giunta alla fase decisiva. Il sondaggio, effettuato su un campione di 853 abitanti delle 15 regioni a statuto ordinario, ha cercato di valutare il gradimento dei cittadini per l'elezione diretta del presidente della giunta, nelle regioni dove già è possibile scegliere direttamente il capo dell'esecutivo.
L'Abacus ha rivolto due domande agli intervistati: la prima, ricordando che con l'elezione diretta non è possibile sostituire il presidente della giunta senza nuove elezioni, chiedeva se questo sistema "stia garantendo un sistema stabile alla Regione". Il secondo quesito chiedeva invece se il sistema di elezione diretta dovesse essere mantenuto, o se invece sarebbe preferibile che il consiglio regionale potesse "liberamente sostituire il presidente della giunta, se non godesse più di una maggioranza". I dati hanno dato ragione a Riccardo Illy, convinto che l'elezione diretta sia il sistema di gran lunga preferito dagli elettori. Gli intervistatati hanno infatti risposto positivamente per il 56 per cento alla prima domanda: solo il 29 per cento ha ritenuto che l'elezione diretta non abbia garantito la stabilità. Un sistema che, secondo il campione, va quindi anche mantenuto: di questa idea sono stati il 48 per cento degli intervistati, contro un 36 per cento che invece preferirebbe attribuire al consiglio il potere di sostituire il presidente della giunta senza tornare alle urne.
"La prevalenza di coloro che sostengono l'elezione diretta è netta", ha detto Illy, ricordando che gli esiti sono confermati anche da un altro sondaggio, effettuato dal Cirm per la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che aveva dato quasi il 90 per cento di assenso all'elezione diretta, anche se la domanda rivolta al campione era meno articolata rispetto al sondaggio della Abacus. "Il dato che mi ha colpito di più - ha detto Illy- è l'aumento della preferenza per l'elezione diretta con il crescere del grado di scolarizzazione: mentre fra gli intervistati con la licenza elementare o senza titoli di studio c'è addirittura maggioranza che vorrebbe tornare indietro, man mano che aumenta la scolarizzazione, cresce anche la preferenza per l'elezione diretta : questo significa che i diritti democratici si devono conquistare, e si esercitano meglio quando c'è un buon livello di preparazione e informazione".
I dati si differenziano anche guardando le dichiarazioni di "auto collocazione" politica, con una prevalenza per l'elezione diretta fra i cittadini che si dichiarano di centro, e di centro sinistra o centro destra, mentre man mano che ci si avvicina agli estremi si preferisce sempre di più il sistema consiliare. Illy rileva anche una scollatura fra gli elettori di An, che sono prudenti verso l'elezione diretta, e i quadri del partito, che invece sono tradizionalmente presidenzialisti. Dati che diventano di stretta attualità in Friuli Venezia Giulia, dove la corsa per la raccolta delle firme per il referendum abrogativo sulla legge elettorale, quella legge dichiaratamente avversata da Illy e dal centro sinistra, è alle battute finali. Una critica diretta alla legge approvata dal consiglio regionale è giunta anche da Mario Segni, leader referendario, presente alla conferenza stampa: Segni ha ricordato che una legge analoga a quella approvata dal consiglio del Friuli Venezia Giulia, che prevede solo la semplice indicazione, è già in vigore in Sardegna, dove il presidente indicato è stato sostituito, e ci sono stati 7 rimpasti o crisi di giunta in una sola legislatura. Illy quindi, confortato dai dati, guarda con fiducia al traguardo della raccolta delle firme: "giorno dopo giorno crescono, e siamo vicinissimi al quorum.
Sicuramente sabato, con il referendum day, il traguardo sarà raggiunto, e spero che ci si avvicini alle 50 mila firma". Infine va registrata la posizione del presidente del Lazio, Francesco Storace, secondo il quale «ai cittadini va lasciata la sovranità nella decisione del governo regionale. E' in gioco la credibilità di una riforma che ha consentito ai cittadini di ogni Regione di eleggere i loro presidenti e la libertà di giudicarli alla fine del mandato. Ho letto delle riforme che sono state varate in Friuli-Venezia Giulia, della riforma che si vuole attuare in Calabria, per togliere ai cittadini il diritto di eleggere il loro presidente. Nel Lazio non ci sono questi spazi».