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Il Piccolo 19-06-2002

Primo bilancio dell'operazione varata dalle Fiamme gialle per stanare l'economia non registrata

Friuli, il «sommerso» abita qui

Gli evasori totali e paratotali scoperti dai finanzieri sono stati 49

TRIESTE - È partita la lotta senza quartiere per stanare il lavoro nero e l'economia sommersa nelle aziende del Friuli Venezia Giulia. Anzi, ha già fatto una prima vittima: una verifica fiscale nei confronti di un'azienda udinese operante nel settore delle costruzioni di impianti industriali ha portato alla luce un articolato sistema di evasione fiscale, previdenziale e assistenziale. La Guardia di finanza di Udine ha annunciato ieri un impegno a piene forze: 140 suoi uomini, su un totale di circa 800 in dotazione nell'intera provincia, saranno impegnati nei prossimi sei mesi a contrastare lavoro irregolare e sommerso. Una decisione figlia degli obiettivi strategici fissati dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per lo sviluppo di un sistema fiscale equo. Alla fine di maggio, il Comando generale della Gdf ha infatti emanato in tutta Italia le direttive programmatiche per indirizzare l'attività di contrasto all'evasione. I numeri non consentivano più attese: si stima che sul territorio italiano l'economia sommersa ammonti al 14-15% del totale per un valore di centinaia di miliardi di euro.

Nel 2001 la Guardia di Finanza udinese ha scoperto in provincia oltre 23 milioni di euro di Iva non versata e redditi non dichiarati per più di 78 milioni di euro. La metà di queste cifre sono state contestate a una piccola minoranza di evasori, 49 sono stati i totali e paratotali scoperti. «Un'attività che ha dato risultati concreti - ha commentato il comandante provinciale, Alessandro Falorni -, ora punteremo il mirino sul sommerso d'azienda, anche chiedendo la collaborazione alle associazioni di categoria. In particolare intensificheremo le funzioni di polizia tributaria investigativa per ricercare evasori totali e paratotali: ci saranno meno verifiche sui soggetti "emersi" e più indagini a tappeto per scoprire chi opera completamente all'oscuro del fisco».

L'azione di contrasto al sommerso sarà rivolta a occupati irregolari veri e propri, doppi lavori e lavoratori stranieri non residenti. Un primo controllo effettuato in un'azienda dell'hinterland udinese, di cui la Gdf non ha rivelato il nome, ha portato alla luce l'esistenza di 24 lavoratori sloveni e 3 di nazionalità ceca che, privi del permesso di soggiorno, sono stati espulsi. Il responsabile dell'impresa è stato denunciato. Ulteriori indagini hanno evidenziato che la stessa azienda ha utilizzato negli ultimi anni 118 lavoratori extracomunitari (la maggior parte sloveni) mediante la stipula di fittizi contratti di appalto con 4 società slovene. «Venivano la mattina e andavano via la sera - ha raccontato il maggiore Stefano Commentucci - in un numero che variava a seconda delle richieste giornaliera della ditta, che in questo modo risparmiava enormemente nelle spese di personale». Per queste irregolarità sono stati denunciati, con il responsabile dell'azienda (accusato inoltre di far apparire operanti all'estero dipendenti che invece lavoravano in Italia), anche quelli delle imprese slovene coinvolte. Complessivamente sono stati scoperti contributi previdenziali non versati per oltre 1 milione e 300 mila euro. Non si è trattato, tuttavia, hanno precisato gli uomini della Gdf, di un caso isolato: nell'ultimo anno, in provincia di Udine, sono stati scoperti oltre mille lavoratori impiegati con lo stesso sistema.

Marco Ballico