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Il Piccolo 11-12-2001

Da Trieste a Udine alla chiesa si preferisce il municipio tanto da conquistare il secondo posto nella classifica delle aree laiche

Cresce la voglia di «sì», ma non all'altare

Si moltiplicano anche i divorzi. Crolla il mito delle sette donne per ogni scapolo

ROMA - Il mito dell'abito bianco, della chiesa addobbata e del fatidico «sì» pronunciato davanti all'altare sembra destinato alla pensione. Nonostante il numero delle coppie che decidono di convolare a nozze cresca (+1,9%), segnando un'nversione di tendenza rispetto agli anni passati, sono infatti sempre più gli italiani che scelgono il rito civile. A cominciare da Bolzano, dove una coppia su due si sposa in Comune; in Friuli-Venezia Giulia i riti civili superano il 44% del totale.

Le nuove tendenze di un Italia che si scopre sempre più laica emergono dall'annuario Istat. A fronte di un aumento, il primo negli ultimi anni, del numero assoluto dei matrimoni (5.000 in più tra il '99 e il 2000) si registra un calo (dal 77% del '99 al 75,6%) dei riti religiosi e un aumento (dal 23 al 24,4%) di quelli civili. Con una punta a Bolzano, dove solo il 51,3% dei fidanzati sceglie il rito religioso contro un 48,7% che opta per quello civile. Il matrimonio religioso sembra invece rimanere un «must» nel Mezzogiorno, dove su 100 «sì», ben 84 sono pronunciati in una chiesa. Con punte intorno al 90% in Basilicata e Molise. Tra le aree con le coppie più laiche c'è senza dubbio il Nordest: oltre alla provincia di Bolzano, emerge infatti il Friuli-Venezia Giulia, seguita dal Trentino (39,6%). Alta, rispetto alla media nazionale, anche la percentuale in Valle d'Aosta (36,5%) e in Toscana (34,6%).

Nonostante il crescente numero di separazioni (circa 2.500 in più tra il '98 ed il '99, secondo gli ultimi dati disponibili dell'Istat) e di divorzi (756 in più nello stesso periodo), la voglia di sposarsi torna comunque a crescere: mentre dalla metà degli anni 90 si era registrato un numero progressivamente decrescente dei «sì» (dai 278mila del '96 ai 275mila del '99) l'anno scorso la tendenza si è invertita. Con ben 280.488 matrimoni celebrati nel 2000 (tra chiese e Comuni) il numero degli sposalizi ha superato così quello di cinque anni prima. Comunque brutte notizie per il maschio italiano: la vecchia leggenda secondo la quale per ogni uomo ci sono sette donne a disposizione è sfatata. Il maschio italico, in età da matrimonio, deve infatti fare fatica per trovare una dolce metà e comunque «guadagnarsela» sul campo in competizione: a fronte di oltre 9 milioni di uomini tra i 25 e i 44 anni ci sono infatti «solo» 8,8 milioni di coetanee. Non hanno maggiori speranze gli adolescenti (tra i 15 e i 24 anni): 3,4 milioni circa i ragazzi contro 3,2 milioni di fanciulle.