Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Link | Novitą | Rassegna stampa | Comunicati stampa



Il Piccolo 13-04-2002

E' ormai quasi certo che il Parlamento croato non discuterą il provvedimento nell'attuale sessione dei lavori: manca ancora la bozza che dev'essere proposta dal governo

«Slitta» nuovamente la legge sulla denazionalizzazione

TRIESTE - Come previsto la nuova legge sulla denazionalizzazione non sarą esaminata in questa sessione del Sabor (il Parlamento croato). L'argomento č slittato dal diciottesino al ventisettesimo e penultimo punto all'ordine del giorno dei lavori. Ma č certo che non se ne farą niente perchč non č ancora pervenuta ai deputati la bozza normativa elaborata dal governo. Com'č noto, la legge sulla denazionalizzazione era stata rinviata dalla Corte costituzionale croata al Sabor perchč venisse rivista comprendendo anche i casi di epropri di beni avvenuti durante il periodo ustascia, ai danni soprattutto di ebrei e serbi.

La legge precedente, varata sotto il governo nazionalista del presidente Tudjman, prevedeva il diritto alla restituzione dei beni soltanto per i cittadini croati e soltanto per le nazionalizzazioni decise dal regime comunista. Una discriminazione che i supremi giudici hanno criticato rispedendo la legge al Sabor perchč rimediasse. E hanno anche fissato alcuni termini entro i quali provvedere, termini abbondantemente scaduti. Ma il nodo, come ha spiegato il deputato al seggio garantito per gli italiani, Furio Radin, č di carattere economico.

La nuova legge, aprendo a questi nuovi aventi diritto, verrebbe a pesare enormemente sulle esauste casse pubbliche croate e nessuno ha la voglia o il coraggio di assumersi tale responsabilitą, tanto meno in un periodo di pasante crisi economica. Che sia questo il problema viene confermato anche dalla Farnesina, che segue da vicino l'iter della normativa. Intanto gli emendamenti di Radin a favore degli esuli sono depositati e saranno esaminati quando finalmente la legge arriverą in aula.

pl.s.