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Il Piccolo 30-01-2002

Fissate dai capigruppo le date del 12, 13 e 14 febbraio per il dibattito in aula, ma le incertezze permangono

Legge elettorale, corsa contro il tempo

Se il testo sarà licenziato subito, l'eventuale referendum non prima di novembre

TRIESTE - Monopolizzerà le sedute del 12, 13 e 14 febbraio, e se necessario anche qualcuna aggiuntiva. E tutti, ma proprio tutti, sia pure per differenti motivazioni politiche, hanno l'intenzione di approvarla quanto prima. È la legge elettorale, che si appresta a entrare nel mese più caldo con un imperativo categorico che uniforma sia la destra che la sinistra, ansiose di liberarsene quanto prima. Per questo le sortite leghiste degli ultimi giorni difficilmente si tradurranno in una crisi vera e propria, a costo anche di qualche intervento nazionale (si può far saltare una giunta per il presidenzialismo? Ma dai...).

Dietro alla corsa contro il tempo (e i veti incrociati tra gli stessi alleati), ci sono invece considerazioni di vario tipo. Vista dal centrodestra: ogni slittamento in avanti rischia di far arrivare l'eventuale referendum confermativo a ridosso della «campagna» per le elezioni regionali del 2003, e il rischio di una stroncatura è troppo grande. Vista dal centrosinistra: la coalizione di maggioranza sta dimostrando una disomogeneità insperata, meglio lasciare che si scornino da soli, tanto il loro testo di legge sarebbe bocciabile in qualsiasi momento, meglio ancora se in clima elettorale.

Di sicuro c'è che, si dovesse ipoteticamente uscire dall'aula consiliare attorno al 20 febbraio, l'eventuale referendum confermativo non potrebbe svolgersi prima di novembre, almeno seguendo i dettami della relativa legge varata dalla stessa Regione pochi mesi orsono. «È un problema di tempistica - conferma Roberto Molinaro del Cpr - legato soprattutto alla promulgazione». Vediamo perché. Prendendo la data anzidetta come base, sono necessari 15 giorni di tempo per la sua pubblicazione e, dunque, si arriva attorno al 7-8 di marzo. Da quella data possono decorrere i 90 giorni necessari a raccogliere le firme referendarie. Si approda, dunque, alla fine della prima settimana di giugno. Nonostante l'ottimismo palesato da qualcuno della maggioranza, i tempi sembrano troppo ristretti per la convocazione dei comizi elettorali visto che, eccezion fatta per giugno, ormai superato, in estate non si può votare per legge.

Ed eccoci dunque al periodo autunnale, in un lasso temporale individuabile indicativamente tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre. Proprio quando, cioè, la campagna per le «regionali» 2003 dovrebbe prendere l'avvio. «Dati alla mano - ironizza Cristiano Degano dei Popolari-Margherita - è facile capire perché molti all'interno della Casa delle libertà stiano cambiando idea e guardando con attenzione nuova, ad esempio, a quella bozza dei Ds che prevede, sì, l'elezione diretta del presidente, ma anche un suo potere alquanto mitigato e sottoposto a varie forme di controllo. Perché, non dimentichiamocelo, il messaggio che attualmente arriva all'elettore è: non vogliono farvi scegliere il presidente che più vi aggrada».

Una tesi, quest'ultima, che trova nel centrodestra una buona «spalla» in Bruno Marini del Ccd. «Ve l'immaginate - sottolinea - che favore faremmo all 'opposizione e al candidato in pectore Illy presentando una legge improbabile al vaglio di un referendum e magari facendocela bocciare a sei mesi dalle elezioni?!? Non voglio neanche pensarci!». Impazza intanto il totodibattito. I capigruppo, riuniti in conferenza, hanno indicato in circa 21 ore il tempo necessario a licenziare la legge elettorale in aula, tra il 12 e il 14 febbraio. Valutazione ottimistica, sembra, se si considera che nel primo giorno di lavori se ne andrà, come minimo, la sessione mattutina solo per rispondere alle interrogazioni e interpellanze giacenti, liquidare in qualche maniera la legge sui migranti e parlare di rete carburanti. Non è un caso, dunque, che gli stessi capigruppo abbiano chiesto e ottenuto di poter rideterminare i tempi se la partita, il 14 sera, non fosse ancora conclusa. Altri slittamenti in vista?

Furio Baldassi