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Il Piccolo 17-01-2002

L'associazione ambientalista regionale punta l'indice sui controlli. L'Arpa replica: stiamo provvedendo

Trieste e Udine le più esposte ai rischi

TRIESTE - Non è proprio una situazione di allarme rosso, ma nel Friuli-Venezia Giulia, causa le particolari condizioni meteo di questo periodo, il rischio che i valori del benzene e delle polveri sottili si siano alzati è piuttosto elevato. A Trieste come a Monfalcone, a Udine come a Gorizia o Pordenone. Alcuni esempi: l'anno scorso Legambiente in collaborazione con l'Arpa del Friuli-Venezia Giulia, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, avevano dato vita alla campagna «Mal'aria» per monitorare la qualità, appunto, dell'aria. Risultato: «Da quei dati - spiega Elena Gobbi, presidente regionale di Legambiente - che non avevano comunque piena valenza scientifica, Udine e Trieste erano risultate realtà a rischio. Pertanto, su questo problema, sarebbe opportuno che la Regione costruisca delle politiche attive, perché non possiamo ogni volta tirare in ballo l' inverno eccezionale».

A Monfalcone, invece, benzene e polveri sottili non avevano toccato, l'anno scorso, quote preoccupanti, ma si erano registrate alcune situazioni limite. «Adesso, considerando il lungo periodo - dice Michele Tonzar, che fa parte della segreteria regionale di Legambiente e del circolo direttivo di Monfalcone - la qualità dell'aria potrebbe essere diversa e non può esser altro che peggiorata». Tuttavia, il problema aperto non riguarda soltanto lo smog, ma anche le misurazioni. In questo senso, l'Arpa sta rinnovando le centraline sparse sul territorio regionale: «A Gorizia stiamo installando i primi rilevatori, perché prima non c'era niente - spiega Enzo Mattioni, direttore tecnico dell'Arpa -. A Pordenone siamo intervenuti con delle manutenzioni al sistema, perché si era inceppato, installando proprio ieri pomeriggio dei radielli, ossia dei prelevatori passivi. Pertanto, intendiamo potenziare i rilievi per dare vita a una rete di monitoraggio capillare sempre più precisa».

La questione delle centraline, però, sembra innescare un polverone: «La Regione deve risolvere la grana delle centraline - puntualizza Elena Gobbi - perché potrebbero essere superate da altri rilevatori e soprattutto è necessaria una discussione sulla loro posizione». Gli fa eco Michele Tonzar, anche lui preoccupato delle politiche regionali relative all'ambiente: «È necessario pensare a interventi radicali. A Monfalcone - continua - cercheremo di confrontarci con la giunta comunale per ridiscutere il piano del traffico. Ad esempio, se si utilizzasse il raccordo Lisert-Villesse come bretella naturale bypassando la città, i valori dell'inquinamento scenderebbero e di molto».

Anche se, la qualità dell'aria di Trieste resta il dato più preoccupante: «I problemi maggiori li abbiamo riscontrati proprio là - conferma Enzo Mattioni, direttore tecnico dell'Arpa - causa la particolare configurazione geografica della città e la mole del traffico veicolare. Pertanto, il mio consiglio personale è quello di razionalizzare il traffico, instaurando una collaborazione tra pubblica amministrazione e cittadino e dando coraggio agli amministratori a compiere scelte decise, con le dovute analisi in mano. Perché avere dati, significa poter decidere», conclude Mattioni.

E il 2002 è stato battezzato, dall'Arpa, l'anno del rinnovo delle centraline e non solo. Ad agosto, infatti, l'Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente, consegnerà alla Regione il catasto delle onde elettromagnetiche. Rilevazioni che riguardano l'intero territorio del Friuli-Venezia Giulia. Inoltre, sono in fase di sperimentazione simulazioni, in base alle quali, attraverso le previsioni meteo, si riuscirà a misurare in modo preciso la qualità dell'aria. Forse, nel 2003, sapremo quale aria respiriamo.

Marzio Krizman