Il Messaggero Veneto 07-02-2002
Legge elettorale, la Cdl replica all'ipotesi di una consultazione popolare dell'Ulivo
Il capogruppo Ariis: se passa l'indicazione del presidente si può fare in ottobre
TRIESTE - Sulla legge elettorale Forza Italia è già realisticamente rassegnata al referendum. E pensa di poterlo lanciare in prima persona, con l'entusiastico sostegno della Lega. Molto meno convinto il Cpr, ufficialmente disinteressata An (alcuni esponenti della quale però hanno preannunciato, a titolo personale, che nel caso voteranno contro). Una vera svolta, nell'estenuante partita della riforma, o un'altra mossa tattica? Si vedrà; certo, è che, nel summit azzurro di lunedì, l'orientamento è circolato. Senza i 40 voti, la consultazione confermativa è garantita, e anche con la maggioranza qualificata abbastanza possibile, dunque bisogna essere prepararsi a giocarsela, pensano in parecchi. E, a questo punto, è meglio essere di mano, senza subire l'iniziativa degli oppositori, ma anticipandoli.
Che anche stavolta la miglior difesa possibile sia l'attacco, lo conferma il capogruppo forzista Aldo Ariis: "Se dobbiamo misurarci sulla scacchiera del referendum, meglio muovere col bianco. Abbiamo verificato i tempi, e, se rispetteremo i tempi di approvazione, una consultazione è realisticamente possibile entro l'ottobre. Poiché siamo certi che la nostra proposta è migliorativa rispetto alla norma transitoria, dovremo attrezzarci per illustrare gli elementi positivi. So che con An rimane ancora qualcosa da chiarire, viste le uscite di Ciani e di Contento, però una volta che li avremo convinti che la nostra legge è meglio del Tatarellum, sono convinto che saranno con noi anche sul fronte del referendum".
In quanto alla Lega, è da tempo che Beppino Zoppolato insiste sulla necessità che sia la maggioranza a promuovere il referendum. Adesso dà per pacifica una campagna per il sì che faccia da apripista a quella per le regionali. "Noi ci stiamo già organizzando per intervenire sul territorio con i nostri camper, a spiegare ai cittadini le ragioni dell'autonomia e dell'identità. Abbiamo anche contattato degli esperti. In quanto ai parlamentari contrari, non me ne preoccupo. Sono impegnati con tante cose, non conoscono la legge se non attraverso i giornali. La chiariremo, a loro come a tutti gli organi dei partiti, e saranno d'accordo", dice il segretario del Carroccio.
Il Cpr Roberto Molinaro pensa più al prodotto che alla sua commercializzazione. Per lui non è questo il momento di pensare al referendum, ma di spendersi per trovare un'intesa larga. E chi avrà sostenuto la proposta si occuperà del dopo. "Non si può fare una norma spinti dal timore dal referendum, ma mossi dalla convinzione che si tratta di una cosa è migliore di quella che ci viene imposta, e che le regole appartengono a tutti", dice il relatore di maggioranza. "Abbiamo un buon testo, che evita gli stravolgimenti nella rappresentanza legati al maxilistino, e che può essere ancora migliorato introducendo una salvaguardia per gli sloveni".
Anche An dice che il problema del referendum non va considerato ora. Ma lascia capire che, nell'ipotesi, le cose potrebbero essere non proprio lineari. "La questione elettorale è relativa: quello che ci compete è predisporre leggi e condurre azioni nell'interesse della popolazione del Friuli-Venezia Giulia. Questi almeno i desiderata di An. Se poi ci dovesse essere un referendum, obtorto collo opereremo", dice il capogruppo Adriano Ritossa. "Non sono uso fasciarmi la testa prima che sia rotta, e mi preoccupo delle scadenze certe e immediate, non di quelle future ed eventuali. Questo vuol dire che pretendo che la proposta di legge abbia la firma di tutti i consiglieri di maggioranza prima di andare in aula. Poi magari a qualcuno, quel giorno, verrà il mal di pancia, ma la sottoscrizione politica è obbligatoria".
"Se non ci dovesse essere, può succedere di tutto", avverte Ritossa. "E se qualcuno volesse cambiare il testo, occorrerebbe riaprire la discussione, ripartire da capo, insomma. E, a quel punto, addio legge".
Luciano Santin