Comunicato 23-02-2004

di LORENZO LORUSSO

del Movimento Finanzieri Democratici

A proposito dello "SCIOPERO DEI MAGISTRATI"

Il prossimo 12 marzo, e forse anche il 13, se lo sciopero verrà confermato, i magistrati di tutta Italia si asterranno dal lavoro. A tale proposito molte riflessioni si potrebbero fare, la prima fra tutte è quella relativa alla cosiddetta precettazione: perché gli autoferrotranvieri o le altre categorie di lavoratori in sciopero vengono precettati dai prefetti mentre i magistrati no? Non sono forse dei lavoratori che scioperando interrompono un servizio di interesse pubblico, tra l'altro sicuramente più importante di quello svolto dai netturbini o dai ferrovieri? Come al solito, nel nostro Paese ci sono i lavoratori di serie A e quelli di serie B, coloro che dovranno sempre sottomettersi ed obbedire alle precettazioni e chi da questo strumento non ne viene neppure sfiorato.

I tempi della giustizia italiana sono ormai biblici e, molto spesso, le causa civili durano oltre un decennio, mentre quelle penali non meno di cinque o sei anni. Frequentemente, nell'attesa di una sentenza definitiva, muore l'imputato o l'avvocato di parte civile, il giudice viene trasferito ad altro incarico o è troppo impegnato in incarichi extragiudiziari per emettere la sentenza in tempi ragionevolmente credibili ed accettabili. Questa è la drammatica condizione della giustizia in Italia, laddove sono purtroppo frequenti gli errori giudiziari ed il carcere preventivo supera, quasi sempre, i parametri di giustizia degli altri paesi europei.

Già, ma il nostro sistema giudiziario viaggia su binari completamente diversi e non è neppure difficile trovare dei magistrati dalla perquisizione facile, uno strumento che sempre più frequentemente viene utilizzato per ricercare delle eventuali prove e non perché si ha la certezza assoluta che la perquisizione porti realmente al sequestro di materiale probatorio. Quante perquisizioni sono andate a vuoto in questi ultimi anni in Italia? Sono mai state risarcite quelle persone che hanno subìto ingiustamente quest'onta, questo trauma? Eppure si sa, le perquisizioni creano dei palesi e permanenti danni biologici a chi le subisce, specie se ingiustamente o immotivatamente disposte.

Creano, inoltre, nell'opinione pubblica, la falsa convinzione che chi viene perquisito ha sicuramente commesso un reato. Danni biologici e danni all'immagine, dunque, ma i magistrati hanno mai risarcito qualcuno per gli errori commessi? La responsabilità civile dei magistrati, unitamente ai loro incarichi extragiudiziari ed alla necessaria separazione delle carriere, rappresentano ancora il nodo da sciogliere per avere una magistratura davvero indipendente ed autonoma. Ma poi, qualcuno si è mai chiesto perché i magistrati possono scioperare mentre ciò è proibito ai dipendenti delle Forze di Polizia? Non è forse un'anomalia anche questa, un vero privilegio di casta? Ecco perché lo sciopero già indetto dai magistrati risulta davvero incomprensibile ed inaccettabile dall'opinione pubblica.

Chi scrive ha un figlio ventenne, il quale quando frequentava la quarta elementare, più di dieci anni fa, durante l'ora di ginnastica, fu colpito al volto da un esuberante compagno di scuola, subendo la lesione permanete di alcuni denti. Ben due compagnie di assicurazione coprivano, almeno teoricamente, quel genere di danno, ma come molti sanno i responsabili di alcune agenzie ­ di fronte ad un danno ritenuto rilevante ­ tentano di sottrarsi al risarcimento o di rimandarlo negli anni per lucrare sugli interessi calanti. Orbene, di fronte all'evidenza - perizie medico-legali inconfutabili (quelle di parte ma anche quelle disposte dalla stessa magistratura), dichiarazioni scritte dell'insegnante che era presente al momento dell'incidente e fatturazione di spese odontoiatriche sostenute dalla famiglia a causa dell'incidente ­ c'è stato comunque un continuo "tergiversare giudiziario" che ha fatto si che una causa civile finalizzata ad ottenere un risarcimento dovuto, per un banalissimo incidente avvenuto nella palestra della scuola, durasse oltre dieci anni (si parla del solo primo grado) e si trasformasse in una sorta di processo di Norimberga.

Ma spesso al danno si aggiunge anche la beffa e dopo dieci anni di tribolazioni, l'ultimo giudice (uno dei tanti) che ha avuto fra le mani il fascicolo ha deciso che le perizie ordinate dai suoi colleghi non avevano alcun valore, perché lui ha deciso (senza neppure conoscere i ragazzi) che il colpo subito al volto da mio figlio poteva rappresentare la reazione ad uno scorretto comportamento di gioco. Ma da dove ha dedotto tutto ciò? Non certo dalle dichiarazioni del maestro elementare, non sicuramente dall'aver visto o parlato con i ragazzi (non li ha mai incontrati) e neppure dalle perizie medico-legali. Lui, il supremo giudice, ha deciso.

Ciò basta a ribaltare tutte le convinzioni e le certezze della famiglia, dei medici legali e degli stessi precedenti colleghi del magistrato. Ma poi, chi ha mai detto che l'intervento maldestro subito da mio figlio al volto sia frutto di un'azione dolosa? Si chiedeva un semplice risarcimento per colpa, ma qui, forse, si nega anche l'evidenza. Riuscire ad ottenere una magistratura scevra da convinzioni di onnipotenza, indipendente, libera da incarichi extragiudiziari e dai personalismi non rappresenta una battaglia né di sinistra e né di destra, ma di civiltà e di progresso nell'interesse dello Stato e dei cittadini.

Lorenzo Lorusso