TRIESTE E IL RIGASSIFICATORE GAS NATURAL

Sapevamo che sarebbe stato difficile ma non immaginavamo che il primo confronto tra Gas Natural e la popolazione sarebbe andato così male. Eppure, l'unica colpa che si può attribuire ai rappresentanti della multinazionale, se proprio vogliamo sforzarci di individuare delle responsabilità, sta nel non essere riusciti a stabilire un rapporto di empatia con i cittadini presenti all'incontro pubblico tenutosi la sera del 5 giugno. D'altra parte, anche se era evidente un atteggiamento emotivo e condizionato da molteplici pregiudizi, non è corretto scaricare tutte le colpe nemmeno su chi, come gli abitanti di questa porzione della provincia di Trieste, è stato coinvolto in un processo consultivo soltanto in fase troppo avanzata.

Ecco quindi che le responsabilità di un clima di tensione ­ che rischia di trasformarsi, anche con il contributo di fomentatori ambientalisti, in una rissa del tipo di quelle già viste in occasione del NO-TAV o del "no alle scorie radioattive" di Scanzano Jonico ­ sono da attribuirsi ad una gestione non correttamente pianificata, da parte del Governo e degli enti locali, nei termini di una progressiva e soddisfacente informazione (qualcuno ha forse avuto la possibilità, se non in qualche sporadica conferenza, di conoscere i risultati delle indagini commissionate da Comuni e Provincie? Perché non sono state messe a disposizione magari su internet?).

Non vorremmo assistere, anche in provincia di Trieste, a quanto già accaduto in provincia di Gorizia e nel monfalconese e cioè a decisioni prese dai Consigli comunali e provinciali non supportate dal massimo coinvolgimento della popolazione che, se correttamente informata e resa consapevole della necessità di diversificare al massimo l'approvvigionamento energetico, siamo sicuri che, come noi, alla domanda "Rigassificatore?" risponderebbe "Sì,... grazie!".

Walter Mendizza e Christina Sponza

La Rosa Nel Pugno Trieste - Tecnosophia.org

6 giugno 2006