Pubblicazioni del matrimonio tra persone dello stesso sesso


L'Associazione Radicali per il Friuli Venezia Giulia vuole portare all'attenzione dell'opinione pubblica un fatto che è stato taciuto da mezzi di informazione ed associazioni di settore. E ciò per più motivi. Nei giorni scorsi è stato depositato un reclamo contro il decreto del Tribunale di Firenze che ha ritenuto legittimo un diniego di pubblicazioni del matrimonio tra persone dello stesso sesso (La registrazione di Radio Radicale). Le motivazioni adotte dal Tribunale, infatti, non hanno soddisfatto la coppia gay che aveva chiesto le pubblicazioni. Nel decreto fiorentino essenzialmente si afferma l'impossibilità per la magistratura di istituzionalizzare un atto (ossia il matrimonio tra persone dello stesso sesso) senza il previo intervento del legislatore. Pur evidenziando che nessuna norma vieta lo stesso, ci si richiama ad un'interpretazione che non risponde più alla realtà sociale di oggi. Da qui la decisione di adire i giudici di secondo grado. E' ipotizzabile che se nemmeno quest'ulteriore grado di giudizio darà i suoi frutti, il passo successivo sarà la Corte di Cassazione, che per la prima volta si esprimerà su un caso del genere.

L'importanza della vicenda è sotto gli occhi di tutti. Diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, come quello di unirsi in matrimonio, vengono ancora oggi negati agli omosessuali nel nostro Paese, sulla base di una discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, ancorché nessun articolo del Codice Civile preveda un tale divieto e la Costituzione esorti alla rimozione degli ostacoli che impediscono alle persone di realizzarsi pienamente. La situazione è tanto più grave alla luce delle norme di fonte europea che sanciscono il divieto di discriminazione e che esortano i Paesi membri a riconoscere gli stessi diritti alle coppie etero ed omosessuali. Ecco perché quello che sembrerebbe soltanto un fatto di cronaca giudiziaria assume un rilievo fondamentale per la democrazia nel nostro Paese.

Tocca a chi è discriminato rivendicare i propri diritti. E la scelta di farlo nelle aule dei tribunali - per quanto ci riguarda - è ad oggi la più illuminata e quella che può dare i frutti migliori, considerata l'inazione politica della stragrande maggioranza di chi ci rappresenta e l'incapacità da parte delle associazioni di settore di saper cogliere o promuovere occasioni straordinarie di lotta per i diritti.

E' per questo che la nostra Associazione di Radicali plaude all'iniziativa fiorentina, ricordando che la stessa si mette a disposizione delle coppie omosessuali che volessero intraprendere lo stesso percorso dei ragazzi di Firenze. Tra l'altro il caso in questione viene seguito, assieme ad un avvocato di  Firenze, anche dai legali dello studio Giadrossi di Trieste.

Clara Comelli
segretario Associazione Radicali per il Friuli Venezia Giulia


Trieste 04/12/2007