Il Messaggero Veneto 11-04-2001
I radicali chiedono una commissione internazionale
ROMA - Un comitato di osservatori internazionali per vigilare sulla correttezza del processo elettorale. Emma Bonino e Marco Pannella, che ieri hanno reiterato le accuse al sistema informativo italiano, hanno già contattato premi Nobel, ex premier ed esperti internazionali per chiedere loro di sorvegliare sulle prossime elezioni politiche italiane. E l'ipotesi, lanciata nel giorno in cui Antonio Di Pietro denuncia imbrogli e raggiri ai danni del suo Movimento, trova inaspettati consensi. «Ricorrere a forme di sorveglianza internazionale non sarebbe improprio», dichiara ai microfoni di radio Radicale Fausto Bertinotti. Il segretario di Rifondazione concorda con l'analisi fatta dai radicali sulla crisi di democrazia e la mancanza di trasparenza. Tuttavia, al contrario di Bonino e Pannella, auspica più che l'arrivo degli osservatori «una reazione del tessuto democratico».
Molto più severa la diagnosi dei radicali, stilata anche in base ai dati sullo spazio concesso al loro movimento nella trasmissioni politiche Rai e Mediaset. Da 1° settembre al 19 marzo scorso su 1200 interventi in video e voce dei rappresentanti dei partiti su tutte le emittenti i radicali hanno parlato in tutto nove volte. «In Italia c'è una sistematica violazione della legalità che ha come vittime evidenti i diritti del popolo che sono il diritto alla conoscenza e alla formazione delle proprie opinioni», spiega la Bonino, presentando ai giornalisti le candidature alle prossime politiche. La lista Bonino sarà presente in tutte le circoscrizioni della Camera, in tutti i collegi del Senato e in 216 di quelli della Camera.
Anche L'Italia dei valori di Antonio Di Pietro sarà presente ovunque. L'ex Pm di Mani Pulite però ha denunciato in una conferenza stampa strani episodi accaduti negli ultimi giorni. A Genova un candidato per il quale lo stesso senatore aveva raccolto le firme si è tirato indietro lunedì sera alle 19,40, lasciando scoperto il collegio. «E' chiaro che è stato mandato da qualcuno per danneggiarci», denuncia Di Pietro. A Napoli invece «un giovane che aveva raccolto con noi le firme ha poi cominciato a chiederci soldi, minacciando di raccontare in giro che le firme che avevamo raccolte erano false: lo abbiamo denunciato per estorsione».
M.E.