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Il Piccolo 28-04-2002

Al centro della discussione politica il controverso provvedimento: Pegorer (Ds) attacca il Centrodestra

«Legge elettorale, il Polo è nervoso»

Nuovo comitato per il no, ma contrario al «Tatarellum»

TRIESTE - La legge elettorale ravviva ancora la spenta scena politica regionale del momento. E mentre Carlo Pegorer, segretario dei Ds nel Friuli Venezia Giulia, lamenta in una nota «il nervosismo» che sull'argomento serpeggia nella Casa delle libertà e ricorda il positivo avvio delle firme pro referendum non confermativo, parte un'iniziativa di matrice radicale per bocciare, sì, il provvedimento, ma con un'ipotesi finale di legge diversa dal «Tatarellum».

«Per l'ennesima volta - scrive Pegorer - i capi del centro-destra non spiegano perché i cittadini del Friuli Venezia Giulia non possano eleggere direttamente un Presidente autorevole e non vittima delle furberie partitiche, come dimostrano i fatti accaduti durante il voto sulla "collegata". Il Presidente che la destra vuole, attraverso la semplice indicazione, sarebbe uno strumento nelle mani delle varie consorterie partitiche, senza vere capacità di decisione e, cosa molto grave, potrebbe venir facilmente dimissionato, tradendo in questo modo la volontà popolare».

Pegorer attacca infine il consigliere di Forza Italia Asquini, «che per difendere la legge elettorale non trova di meglio che fomentare per l'ennesima volta lo scontro e la divisione tra le diverse aree della nostra regione... Ci chiediamo allora come possano ambire ad amministrare bene la cosa pubblica coloro che fomentano la divisione e lo scontro».

Mercoledì scorso si è intanto costituito formalmente un nuovo comitato che punta al referendum, ma su basi diverse. Come spiega una delle firmatarie, Christina Sponza, «questo comitato non si propone di competere con il "comitatone" di centro sinistra già costituito perché le firme raccolte andranno a sommarsi per il raggiungimento, inizialmente, del medesimo scopo, ma vede nel giungere ad un esito referendario non confermativo un motivo per proporre una legge elettorale regionale di tipo maggioritario, presidenzialista e all'americana e non sicuramente per avvallare, come si vorrebbe da parte del centro-sinistra, quell'altro "pasticcio" proporzionale che è il Tatarellum».