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Il Messaggero Veneto 14-05-2002

Il comitato del no presenta oggi un primo bilancio della campagna contro la legge elettorale della Cdl

Referendum, 9 mila firme a Udine e Trieste

Nei due capoluoghi raccolte più di metà delle adesioni del F-Vg. Obiettivo 36 mila

TRIESTE - Superata ormai dai primi giorni di maggio la boa delle 18 mila firme - metà di quelle necessarie - il comitato del no per l'abrogazione della legge elettorale votata dalla Cdl presenterà oggi a Trieste il bilancio aggiornato della raccolta di adesioni. Ma un dato trapela, a conferma del buon andamento dell'iniziativa: i capoluoghi giuliano e friulano stanno facendo da battistrada, l'uno con 6mila firme cittadine, l'altro con 3mila (cui sommare, però, l'ampia provincia). Il Friuli e Trieste, dunque, rispondono con eguale impegno alla battaglia politica per l'elezione diretta del presidente della Regione come nella volontà delle forze di centro-sinistra e della società civile impegnate nella campagna referendaria.

L'appuntamento di oggi, alle 11.30, a Trieste, per un bilancio della raccolta ai banchetti in tutte le realtà del Friuli-Venezia Giulia servirà dunque per rispondere alle osservazioni di alcuni leader della Casa delle libertà, che avevano sollevato perplessità e sull'andamento complessivo della campagna referendaria, e, piú nel dettaglio, sull'adesione del Friuli all'iniziativa. Secondo quanto è trapelato in ambienti del centro-sinistra, Udine come Trieste avrebbe corrisposto alle attese dei referendari. Il comitato del no si ripropone, come noto, di superare quota 36mila 400 firme entro la fine di giugno. Tante, infatti, sono le adesioni necessarie per poter chiamare i cittadini del Friuli-Venezia Giulia a pronunciarsi sulla scelta del'indicazione del presidente, mentre il centro-sinistra avrebbe voluto l'elezione diretta come nelle regioni a statuto ordinario. L'elezione diretta è poi la condizione irrinunciabile posta dall'ex sindaco di Trieste, Riccardo Illy, per accettare una candidatura alla guida della regione in contrapposizione a Polo e Lega.

Ma i promotori del comitato del no non fanno mistero di voler andare ben oltre quella quota di firme, sia per ragioni di sicurezza, sia per motivazioni politiche e di credibilità dell'iniziativa. In questi giorni la raccolta di firme è continuata, con impegno, in tutte le principali piazze della regione. Ma il comitato del no intende allestire «altre importanti iniziative», a partire dalla pubblicizzazione dei nomi di personaggi autorevoli che hanno aderito all'iniziativa. «Stiamo anche pensando di organizzare nuovi eventi e manifestazion nelle principali realtà del Friuli». L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella in concomitanza con i festeggiamenti per la permanenza dell'Udinese calcio in Serie A. Allora, su un'idea del capogruppo ds, Alessandro Tesini, si capovolse lo slogan della campagna per il no sottolineando che «non vogliamo essere cittadini di Serie B: anche i friulani sono cittadini di Serie A». «I friulani, come i cittadini di tutte le altre regioni d'Italia, vogliono e devono poter scegliere direttamente il programma, la coalizione e il presidente ai quali affidare il governo della Regione. Cittadini di serie A, appunto, e non mortificati nei loro diritti».