Il Messaggero Veneto 24-04-2002
Referendum elettorale, nasce un altro comitato
UDINE - Questo pomeriggio si presenterà in Consiglio regionale il comitato referendario numero due, promosso dai radicali. Che si candidano a raccogliere firme per l'abrogazione della legge elettorale recentemente licenziata dall'assemblea, ma anche per sostenere una proposta dei legge di iniziativa popolare, che introduca nel Friuli-Venezia Giulia un meccanismo maggioritario a turno unico, con elezione diretta del presidente. Tra i partiti costituenti il comitato, circola qualche diffidenza: poiché Stefano Santarossa, il portavoce regionale dei Radicali italiani, è considerato abbastanza vicino al centrodestra (in effetti, sull'iniziativa che parte dalla Destra Tagliamento scriverà a giorni il berlusconiano Il Foglio), si teme l'iniziativa di disturbo, capace di rastrellare firme non duplicabili, poi magari non presentate.
«Siamo noi a non fidarci dei promotori, al cui interno ci sono presenze politiche storicamente antimaggioritarie. La posizione dei radicali è assolutamente contraria questa legge, che sospettiamo essere un tentativo della partitocrazia nazionale di riportare indietro l'orologio politico al proporzionale, facendo un esperimento nella nostra regione», ribatte Santarossa. «Il nostro obiettivo è quello di creare un gruppo di almeno cento iscritti, con una quota di adesione di 50 euro per l'autofinanziamento, e con il coinvolgimento di almeno una ventina di amministratori locali. Nel Pordenonese alcuni consiglieri comunali ci sono già».
L'esponente pannelliano aggiunge che l'iniziativa dipende anche al fatto che, da parte del centrosinistra, non c'è stata attenzione. «Pare strano che una forza come la nostra, presidenzialista e maggioritarista da sempre, non sia stata neppure contattata. Se pensano che la nostra campagna possa danneggiare la loro, che si facciano vivi, siamo sempre pronti ad accettare compagni di strada», prosegue Santarossa. «Comunque la prossima settimana verranno in regione a spiegare il provvedimento il segretario nazionale Daniele Capezzone e Marco Taradash. A stendere il testo della legge, tra l'altro, ci ha pensato Emilio Colombo, che era stato in prima linea ai tempi del referendum di Mario Segni».