| Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Forum FVG | Posta | Link |


Il Messaggero Veneto 07-09-2001

«Siamo già la cenerentola delle regioni speciali»

I sindacati: no a qualsiasi tipo di smantellamento, il rischio è di dover sottostare al Veneto

TRIESTE ­ I sindacati sono contrari ad uno smantellamento dell'autonomia regionale, di cui chiedono invece il rafforzamento, anche se riconoscono in linea di massima l'utilità stategica di un'alleanza su temi precisi con Veneto e Trentino - Alto Adige. Per Luca Visentin segretario confederale Uil, che ritiene poco praticabile la strada della macroregione, e Paolo Pupilin, omologo della Cgil, non c'è ragione di mettere in contrapposizione specialità e accordi con il Veneto, dato che non sono alternativi. Il segretario regionale della Cisl, Sante Marzotto, ritiene inoltre che, «in ogni caso, la specialità della nostra regione vada salvaguardata a qualsiasi costo», anche se ammette che è chiaro che «viviamo in un'epoca di trasferimenti dei poteri alle regioni che rende l'omologazione più vicina».

I vertici delle tre maggiori sigle sindacali sono compatti nel richiedere maggiori campi di autonomia perchè, secondo Marzotto, «il Friuli - Venezia Giulia rispetto alle altre regioni speciali è quella che ne ha meno; basta pensare che la Sicilia trattiene dieci decimi e la Sardegna nove decimi del gettitto fiscale". Visentin ritiene poi che le dichiarazioni del presidente della giunta regionale Tondo, sul fatto che l'autonomia non sia più un tabù, «facciano parte della politica dei grandi annunci e poco arrosto come insegna la riforma delle autonomie locali». Il segretario della Uil, come pure quelli della Cgil e della Cisl, chiedono alla regione di dimostrare la capacità di esercitare i poteri derivanti dalla specialità.

Per essere più chiaro, Visentin enumera le grandi riforme mancate o bloccate, dalla sanità che accumula deficit, agli enti locali, al regolamento della legge costituzionale 2. Tornando all'accordo con il Veneto, Pupilin non si dice contrario, ma non può tacere che «l'impressione che si ha è che il Friuli sia andato con il cappello in mano; e lo si capisce dagli sgarbi ricevuti dai vicini, dall'accordo quadro firmato da Berlusconi sulle grandi opere del Veneto e dall'esclusione di Autovie dal passante di Mestre». Bisogna- afferma Pupilin- «rafforzare i rapporti con i paesi del centro e dell'est Europa, prossimi aderenti all'Ue, anche aggiornando e rifinanziando la legge 19 sulle aree di confine» che va rimodulata secondo i nuovi scenari geopolitici.

Marzotto rilancia la rivendicazione di un'autonomia più alta, e non solo sulla spesa come in sanità. Rimarcando che «questo non vuol dire aprire contenziosi con le regioni contermini», osserva però che «noi abbiamo necessità di accentuare il decentramento e assumere competenze nuove che ora sono in capo allo Stato. Ricordiamoci ­ conclude Marzotto ­ che la specialità nasce come risarcimento dei prezzi che abbiamo pagato ai confini». Oggi ­ conclude ­ «scontiamo ritardi anche perchè è venuta meno una classe politica capace di essere all'avanguardia. Non sempre, purtroppo, abbiamo dimostrato di essere all'altezza della nostra autonomia».

Maria Rita Branca