Il Gazzettino 08-05-2002
Fedele alla Lega ma fuori dai Poli: l'annuncio del sindaco di Udine scuote il centrodestra
«Sostengo la candidatura di Cecotti alla presidenza della Regione, sarebbe l'uomo giusto al posto giusto». Paolo Bordon, assessore leghista di Palazzo D'Aronco, ha seguitoin direttal'annuncio della "discesa in campo" del sindaco alle prossime regionali. E preme sull'acceleratore, provando a trasformare un impegno ancora generico in una candidatura. Del resto non è il solo. All'ombra delcjscjeli tifosi di Cecotti lo vedono già presidente. O di nuovo sindaco ma contemporaneamenteking makerin Regione, come il capogruppo della Lista Cecotti Renzo Pascolat, che non trattiene l'entusiasmo e definisce l'annuncio del sindaco nientemeno che «il vero fatto politico di questi anni in Friuli».
Mentre il segretario cittadino della Lega Nord, Enzo Bassi, sogna già un patto Carroccio-autonomisti dilatato su scala regionale, un'anomalia udinese al cubo. Già, perché Bassi, insieme a una fetta cospicua di leghisti udinesi, non ha mai fatto mistero della sua insofferenza per la Casa delle libertà. Insomma la fedeltà di Cecotti alla Lega Nord non sembra un problema insormontabile a chi in questi anni ha condiviso l'esperienza amministrativa spaccapoli di Udine. E se Pascolat vede già un terzo polo autonomista («Da soli anche in Regione come abbiamo fatto a Udine»), Bassi si conferma uno sponsor di quella «casa comune Lega autonomisti» che poco ha da spartire con il Centrodestra. Se si prova a ricordargli che la Lega in Regione abita a pieno titolo nella Casa delle libertà il segretario cittadino del Carroccio replica: «La Cdl? Dopo le ultime sparate si conferma che al Polo dei friulani non importa nulla. Cecotti rivendica il fatto che non siamo obbligati ad andare a ruota. Può esserci un'alleanza con chiunque, ma dopo le ultime sparate di Forza Italia e An c'è ancora la possibilità di parlarsi?».
Più cauto Paolo Bordon, che tuttavia vede nella sortita del sindaco uno «scatto d'orgoglio» della Lega, uno smarcamento rispetto ad alleati poco sensibili ai temi che costituiscono la spina dorsale del patto udinese: «Penso che l'esperienza del sindaco e il lavoro fatto in questi anni a Udine - osserva Bordon - devono diventare un patrimonio; è giusto porre il problema di dare un contributo alla comunità regionale». Un percorso da compiere fuori dai poli? «Cecotti è un autorevole esponente della Lega - replica Bordon - e la Lega a Udine ha lavorato molto bene in un'esperienza amministrativa fuori dai poli. Tuttavia il messaggio che lui ha lanciato può essere raccolto da chiunque, anche dalla Casa delle libertà. È difficile, per ora, dire in quale quadro si potrà collocare. Cecotti è realista, non si lancerà mai in imprese che non hanno sbocchi. Quello che ha fatto è porre problemi che vanno al di là degli schieramenti. Ma molti di questi problemi non sono stati risolti da parte della Regione, e c'è un sostanziale malcontento degli amministratori locali nei confronti dell'attuale vertice politico delle autonomie locali (retto dall'assessore di An Luca Ciriani n.d.r.)».
Vista da Udine, la partecipazione del leghista-autonomista Cecotti alla partita delle regionali potrebbe insomma far saltare il patto Lega-Polo che tiene insieme la Cdl. E lo stessolider maximo del Carroccio regionale, Beppino Zoppolato, pur sottolineando che l'attuale collocazione del Carroccio non è in discussione, chiosa con un "mai dire mai", «perché in politica un anno è lunghissimo». Zoppolato si tiene stretto Cecotti: «Lui è un tesserato della Lega dal '91, non mi preoccupa che sia anche un leader autonomista, la Lega e gli autonomisti possono fare fronte comune. Cecotti farà parte della segreteria politica della Lega Nord Friuli e sarà fondamentale per gli accordi con gli autonomisti». E se dovesse esserci un'ostilità del leghista Cecotti in versione regionale verso gli attuali alleati? «Cecotti è stato sempre un uomo di partito - conclude Zoppolato -, è giusto che porti avanti i suoi suggerimenti, poi le decisioni le prenderemo insieme».
Possibili scenari di cui Ferruccio Saro, coordinatore provinciale di Forza Italia, non vuole nemmeno sentir parlare: «La Lega fa parte della Casa delle libertà, questo non è in discussione. E allora la "corsa" di Cecotti cosa vorrebbe dire, che si mette fuori dalla Lega? Non mi pare credibile. Se Cecotti è ancora della Lega non c'è spazio per disegni alternativi». Sul fronte di An il deputato Daniele Franz, che in consiglio comunale veste spesso i panni di nemico numero uno dell'amministrazione Cecotti, prova a ridimensionare il peso dell'annuncio: «Il sindaco ha sempre voluto mantenere la sua rotta politica su coordinate che non condivido. Dunque quello che annuncia oggi mi sembra una logica conseguenza. Ma mi pare che si faccia tanto rumore per nulla: è il solito Cecotti, mai poi capirà che senza un accordo elettorale con uno dei due poli non va da nessuna parte». Di tutt'altro parere il segretario regionale dei Ds Carlo Pegorer, secondo il quale Cecotti «conosce già l'approdo delle sue faticose decisioni, perché autogoverno e federalismo non sono categorie astratte, slegate dagli interventi che interessano la quotidiana esistenza dei cittadini».
Insomma Pegorer chiama Cecotti a un pronunciamento politico di più ampio respiro «visto che non esistono solo i problemi istituzionali, ma anche quelli che toccano concretamente la vita delle persone e dove la destra regionale, e la Lega Nord in particolare, si distinguono per lacerare e rendere più insicuro il nostro ambiente territoriale e sociale». Per quanto riguarda la riforma federalista poi, il messaggio di Pegorer al sindaco di Udine è chiaro: «Una prospettiva come quella indicata da Cecotti trova riferimento solo nel centrosinistra in questa regione». Nell'Ulivo, tuttavia, c'è anche chi spalanca le porte senza troppi distinguo preliminari: «È un'esigenza per tutto il centrosinistra aprire il confronto con questa posizione nuova di Cecotti - osserva Ivano Strizzolo della Margherita -. L'ideale sarebbe arrivare a un'intesa su un progetto di riforma complessiva della Regione tra la posizione di Illy e quella degli autonomisti di Cecotti, che resta della Lega, ma con questa posizione ha manifestato quantomeno l'intenzione di non aggregarsi alla Casa delle libertà».
M.P.