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Il Gazzettino 14-01-2002

OSSERVATORIO NORDEST - Rilevazione dell’Istituto Poster in collaborazione con la Cassa di risparmio di Padova e Rovigo

Più cattolici guardano al centrodestra

Spostamento nelle preferenze politiche: i praticanti assidui verso il Polo, gli altri con il centrosinistra

Nel Nordest si è modificata, nel corso dell'ultimo anno, la distribuzione dell'elettorato cattolico all'interno dei due principali schieramenti politici. E' cresciuto, infatti, il peso dei non praticanti tra chi esprime la propria preferenza per il centro-sinistra. All'opposto appare oggi più rilevante la presenza dei praticanti assidui tra gli elettori del centro-destra. Spostamenti determinati, almeno in parte, dalla maggiore capacità della Casa delle Libertà di "parlare" a questo segmento di elettorato su alcune specifiche questioni. E' il caso, ad esempio, del tema dell'istruzione scolastica, della famiglia, della sicurezza. Sono questi i principali risultati evidenziati, questa settimana, dal periodico sondaggio dell'Osservatorio sul Nordest, condotto dall'istituto Poster su incarico del Gazzettino e della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e diretto da Ilvo Diamanti.

Solo un anno fa, secondo i risultati di un analogo sondaggio, la pratica religiosa sembrava costituire una variabile poco rilevante nella spiegazione del comportamento elettorale degli intervistati. Il numero dei cattolici praticanti, sia assidui che saltuari, all'interno dei due principali schieramenti risultava, infatti, molto vicino. Inoltre, i cattolici manifestavano un grado di incertezza, nell'indicare la propria scelta di voto, nettamente superiore rispetto al resto della popolazione. Il numero dei non rispondenti - incerti e reticenti - aumentava, in modo evidente, al crescere della pratica religiosa. Allora, avevamo spiegato questo risultato con la persistente difficoltà dei cattolici nel trovare una collocazione politica dopo la scomparsa della Dc, un tempo riferimento preferenziale per questo cruciale segmento di elettorato. Peraltro, i dati registrati in una rilevazione condotta lo scorso aprile, ormai alla vigilia delle consultazioni politiche, sembrava confermare, in larghissima misura, i risultati emersi pochi mesi prima.

Il sondaggio di oggi ci mostra un quadro (almeno in parte) diverso. Si osserva, infatti, uno spostamento dell'elettorato cattolico verso lo schieramento di centro-destra. Lo possiamo notare nella tabella in pagina, che propone la distribuzione in base alla pratica religiosa, nelle tre rispettive indagini, all'interno dei due principali schieramenti. Se la quota dei saltuari risulta praticamente la stessa - poco più del 50\% - tra chi vota Ulivo e chi sceglie, invece, la Casa delle Libertà, evidenti differenze si osservano nelle due categorie estreme. Se più di un elettore di centro-destra su tre (34\%) si dice cattolico praticante, tale valore scende subito di dieci punti nel caso dell'Ulivo (24\%). Allo stesso modo, i non praticanti costituiscono il 23\% dell'elettorato di centro-sinistra, mentre pesano solamente per il 14\% tra chi destina la propria preferenza alla Casa delle Libertà.

La relazione appena descritta non stupisce più di tanto se messa in relazione con quanto accade nel resto del paese e, più in generale, in Europa. E' noto, infatti, come il baricentro politico dell'elettorato cattolico cada a centro-destra. A stupire, semmai, è il rapido mutamento osservato nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Esso può essere spiegato, almeno in parte, da questioni di metodo. Se fino ad aprile il quesito posto nel sondaggio si riferiva al voto nel Maggioritario, nell'ultima rilevazione la domanda fa esplicito riferimento al voto Proporzionale - e i profili di schieramento sono dati dalla somma dei singoli profili di partito. Si tenga presente, inoltre che la distanza tra Ulivo e Casa delle Libertà, alle recenti elezioni politiche, è risultata sensibilmente maggiore nella quota proporzionale rispetto a quanto osservato per la parte maggioritaria.

Allo stesso tempo, tuttavia, è possibile immaginare anche un effetto delle recenti elezioni politiche. Elezioni definite "di mobilitazione", caratterizzate da una elevata partecipazione elettorale. In molti, quindi, all'avvicinarsi del 13 maggio hanno fatto "mente locale" in merito alle proprie preferenze politiche, operando, alfine, una scelta. E' verosimile che questi meccanismi abbiano determinato una (parziale) ridefinizione del profilo dei due principali schieramenti. Specialmente per quei settori di elettorato caratterizzati da un maggior grado di incertezza.

E' possibile, inoltre, che in questo processo abbia giocato un ruolo rilevante la maggiore sintonia dei cattolici con le posizioni espresse, a più riprese, dai partiti di centro-destra su "questioni chiave". L'incrocio tra la pratica religiosa ed alcuni quesiti posti, nel corso dell'ultimo anno, dai sondaggi dell'Osservatorio, evidenzia, infatti, la forte sensibilità dei cattolici su specifiche tematiche.

E' il caso, ad esempio, degli atteggiamenti sul ruolo della famiglia. Se circa un terzo dei cittadini (34\%) si dice contrario alla convivenza al di fuori del matrimonio, tale orientamento riguarda più di una persona su due tra i cattolici (55\%). Una relazione analoga si osserva anche nel caso dei giudizi sugli istituti scolastici privati. Il numero di chi richiede maggiori sostegni per la scuola privata, al fine di equilibrare il rapporto con quella pubblica, passa dal 26\% dei non praticanti al 42\% degli assidui - mentre i saltuari si attestano su un valore prossimo alla media (37\%). Allo stesso tempo si osserva una correlazione positiva tra la pratica religiosa e la rilevanza attribuita alla "questione sicurezza". La quota di persone che individuano nella criminalità comune la prima emergenza da affrontare nella regione sale, infatti, di otto punti percentuali tra gli assidui rispetto a quanto rilevato tra i non praticanti - dal 20 al 28\%.

Conviene, in conclusione, andare a vedere "chi siano" i cattolici. Per quali tratti si distinguano, sotto il profilo sociale e demografico. Il profilo contenuto nel prospetto in pagina fornisce, al proposito, indicazioni piuttosto chiare. I cattolici sembrano, cioè, concentrarsi in alcune fasce della popolazione: tra le persone anziane, innanzitutto; con un titolo di studio inferiore alla media; residenti nei piccoli centri urbani; tra le donne. Particolarmente significativo risulta l'incrocio con la distribuzione per classe d'età. Più di una persone su tre, tra i praticanti assidui, hanno più di 65 anni. Oltre due su tre hanno superato i 45. Per contro, le fasce giovanili pesano molto di più tra i non praticanti. Tra quest'ultimi, infatti, quasi uno su tre ha un'età compresa tra i 15 e i trent'anni.

Fabio Bordignon