Il Messaggero Veneto 28-06-2002
Riapprovata con 22 voti favorevoli la legge già bocciata dal governo dell'Ulivo
TRIESTE - Dalla "roulette" del voto libero, cioè non condizionato dallo schieramento di appartenenza, del consiglio regionale è uscito ieri un sì ai casinò. La Regione Friuli-Venezia Giulia sarà quindi parte attiva nella realizzazione di case da gioco: lo dice la legge approvata ieri dall assemblea e presentata da Mario Puiatti (che, dopo il consenso ottenuto per l'uso cannabis curativa, mette a segno un altro successo personale).
Il testo in realtà è quello già voluto da Roberto Antonione, approvato e bocciato dal governo dell'Ulivo (quello di Berlusconi, dopo le modifiche costituzionali, potrà solo impugnarlo davanti alla Consulta). La maggioranza preferirebbe accantonarlo, per mancanza di copertura finanziaria. Ma basta una posta di 75 mila euro, perché ai fondi ci penseranno i privati, e il dibattito si fa. Da una parte il pragmatismo Cdl (la gente porta i soldi ai casinò d'oltreconfine, oltre che col gioco c'è gente che si rovina per le donne, e nessuno parla di abolirle), dall'altra l'impostazione etica di buona parte del centrosinistra (non si può giustificare una cosa partendo dal fatto che esiste).
Alla fine la legge passa con 22 voti a favore, 9 contrari e 3 astensioni. Compatto il centrodestra, eccetto il Ccd e il Cpr (contrari Santarossa e Cruder, astenuti Sasco e Vio, non voto di Gottardo). No da parte di Margherita, Rc e Pdci, con i Ds "secondo coscienza" (contro Tesini, Dolcher, Petris, Sonego, astenuto Zvech, a favore Gherghetta, Mattassi e Travanut). Il provvedimento impegna la Regione a promuovere una Spa per gestire case da gioco o ad affidarne la costituzione ad un'azienda privata. Numero e localizzazione dei casinò saranno definiti da uno specifico regolamento, con l'obbligatoria interdizione dell'ingresso ai minorenni. Gli utili dovranno andare in parte a fini sociali.
In merito alla legge, ha diramato una nota Paolo Fontanelli, del Pdci. «Oltre le provocazioni e gli eventuali introiti che la Regione potrebbe realizzare, vi sono questioni sociali importanti che è bene sottolineare. Il gioco d'azzardo si è trasformato per molte famiglie in un incubo, patrimoni piccoli e grandi dissipati nei casinò, famiglie distrutte, un giro di usura, di inquietanti esattori di crediti di gioco; dovremmo trovare il modo di disincentivare il gioco d'azzardo, sostenere le associazioni che si occupano del recupero dei giocatori "compulsivi" incapaci di affrontare l'azzardo con equilibrio anziché creare nuove occasioni con l'istituzione di casinò regionali", scrive il consigliere Pdci-Ipu.
«La proposta alimenta l'immagine di una società sempre più basata sull'illusione e sui privilegi: l'illusione di potersi arricchire in fretta per poter godere dei privilegi destinati ai più ricchi. Principi ben lontani da quella libertà e da quei diritti uguali per tutti dietro cui pur si mascherano alcune delle motivazioni dei proponenti della legge».