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Il Messaggero Veneto 27-06-2002

Sì del consiglio all'uso medico della canapa indiana

Passa con 34 voti trasversali la mozione che invita il Parlamento a legiferare in materia. La Destra spaccata.

TRIESTE - Con qualche patema della maggioranza legato al timore di offrire un'immagine antiproibizionista, il consiglio regionale ha approvato con amplissimo voto trasversale una mozione che chiede a governo e Parlamento di regolamentare l'uso medico della canapa indiana e dei suoi derivati. Il testo, che aveva per primo firmatario Mario Puiatti (Verdi-Ipu), era stato poi sottoscritto da un terzo dell'assemblea, con esponenti di quasi tutti i partiti, quali Gottardo e Cruder (Cpr), Londero e Violino (LN), Cisilino, Dal Mas, Salvador e Stefanoni (FI), Tesini, Travanut e Zvech (Ds), Brussa, Degano e Moretton (Margherita), Baiutti (Sdi), Fontanelli (Pdci) e Marini (Ccd).

Unica formazione a schierarsi contro la mozione, Alleanza nazionale che, per bocca del suo capogruppo Adriano Ritossa, ha affermato che esistono già molte terapie per cui non è necessario introdurre la cannabis, che potrebbe rivelarsi un cavallo di Troia. La destra, però, si è spaccata al momento del voto (i contrari, alla conta finale sono stati soltanto tre) e Giovanni Castaldo, medico e presidente della commissione Sanità, ha svolto un intervento di natura scientifica per motivare il proprio sì alla mozione.

Un distinguo è venuto dal forzista Giovanni Vio, anch'egli non favorevole, e dall'assessore alla sanità, il Ccd Valter Santarossa, che hanno presentato un ordine del giorno nel quale si sottolineava il fatto che il governo, prima di regolamentare l'uso della canapa indiana, deve procedere «a una approfondita ricerca specifica e a idonea sperimentazione». Anche questo testo è stato approvato, sia pure con una preponderante presenza di astensioni.

Tra le dichiarazioni di voto a favore, quella di Francesco Serpi (As), inizialmente contrario. «Solo i paracarri non cambiano idea. Dopo aver sentito l'esposizione del problema fatta da Castaldo, sul versante squisitamente medico, credo che sia giusto dire sì», ha detto. Elogiando questo atteggiamento come segno di onestà intellettuale e libertà di pensiero, Puiatti ha manifestato il proprio compiacimento per l'ampio accoglimento della mozione, rilevando come «ogni segnale in questa direzione contribuisca alla conquista di libertà personale, civile e politica per medici e pazienti». Soddisfazione anche dai banchi di Rifondazione comunista per due diversi aspetti, «l'approccio - spiega Roberto Antonaz - che fa della terapia del dolore un aspetto centrale. Secondariamente la mozione servirà a contrastare il proibizionismo ottuso nei confronti della cannabis e dei suoi derivati».