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Il Gazzettino 16-05-2002

Marijuana terapeutica, coro di sì

Il verde Puiatti: «Roma autorizzi l'uso medico della canapa». Solo An non ci sta

Trieste - (rg) «Roma autorizzi lŽuso medico della marijuana». Mario Puiatti, il verde dallŽanimo radicale, torna allŽattacco. E ingaggia una nuova battaglia che vale, in ospedali e strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia, lŽutilizzo della canapa indiana e dei suoi derivati nelle terapie del dolore. Ma stavolta lŽinstancabile "provocatore" dai trascorsi radicali - che solo poche settimane fa, nonostante un pareggio in aula, non è riuscito a liberalizzare la coltivazione della canapa - si ritrova la vittoria a portata di mano.

Gli "inquilini" di Palazzo, dai comunisti ai ciccidì, sposano infatti trasversalmente la causa. E si apprestano, a meno di sorprese, a ratificare con il voto dellŽaula il consenso. Un consenso, sia chiaro, che rappresenta solo una prima tappa: spetta al governo, solo al governo, concedere la "licenza" ai medici. Ma il Friuli Venezia Giulia - emulando la Lombardia - vuole potenziare il pressing su Roma.

Ebbene, la cannabis entra a Palazzo attraverso una mozione identica a quella che, approvata a Milano, ha scatenato un caso nazionale. «Mi sono fatto mandare il testo. Poi ho iniziato la caccia delle firme...» spiega il verde. Non è stato difficile: quella mozione, depositata ufficialmente, conta su 18 supporter. Ci sono cattolici di maggioranza e opposizione, come Isidoro Gottardo, Bruno Marini, Franco Brussa, Cristiano Degano, Gianfranco Moretton, Giancarlo Cruder. E ci sono forzisti come Gualtiero Stefanoni, Maurizio Salvador, Franco Dal Mas e Adino Cisilino. Ancora, ci sono leghisti come Viviana Londero e Claudio Violino. Diessini come Bruno Zvech, Sandro Tesini e Renzo Travanut. Socialisti come Giorgio Baiutti. Comunisti come Paolo Fontanelli. Unica eccezione, politicamente rilevante (e scontata), arriva da An: «Ho chiesto una firma, lŽhanno rifiutata». Puiatti non sa ancora quando la mozione verrà messa ai voti.

Ma sottolinea sin dŽora come la battaglia non tocchi in alcun modo la diatriba storica tra proibizionismo e antiproibizionismo in materia di droghe leggere: «Questo documento si prefigge solo di garantire al medico il diritto di prescrivere la terapia che ritenga migliore. LŽobiettivo è di superare ogni forma di divieto politico allŽuso medico di sostanze derivanti dalla canapa».