Il Messaggero Veneto 16-05-2002
TRIESTE - Un terzo del consiglio regionale, con esponenti di quasi tutti i partiti, ha sottoscritto una mozione a favore dell'uso terapeutico della canapa indiana. Al primo firmatario, Mario Puiatti, dei Verdi, si sono associati anche Gottardo e Cruder (Cpr), Londero e Violino (LN), Cisilino, Dal Mas, Salvador e Stefanoni (FI), Tesini, Travanut e Zvech (Ds), Brussa, Degano e Moretton (Margherita), Baiutti (Sdi), Fontanelli (Pdci) e Marini (Ccd). Il testo ha una premessa di due pagine che elenca tutti i pronunciamenti sanitari in merito all'opportunità di considerare la cannabis un presidio terapeutico, riflette sul fatto che l'orientamento italiano consente già l'utilizzo di diverse droghe tra uso medico, in primis la morfina, e sottolinea la necessità di tenere separato l'uso terapeutico della canapa dal confronto tra l'approccio proibizionista e quello antiproibizionista nei confronti delle droghe.
Poi elenca gli effetti positivi del Thc, il principio attivo della cannabis, dall'effetto antiemetico (utile soprattutto nella chemioterapia) alla cura del glaucoma, dell'aterosclerosi e di altre sindromi (e persino sui tumori cerebrali). Alla fine la mozione chiede al governo e al parlamento una regolamentazione della canapa indiana e dei suoi derivati, impegnando il presidente del consiglio e quello della giunta a farsi interpreti della richiesta in sede romana. Puiatti, in una nota stampa rimarca come «ogni segnale in questa direzione contribuisca alla conquista di libertà personale, civile e politica per medici e pazienti». Chi non ci sta è An: «Per noi esiste un numero sufficiente di farmaci, e quindi non è necessario legalizzare le droghe», dice il capogruppo Adriano Ritossa. «Siamo politicamente contrari a quello che potrebbe rivelarsi un cavallo di Troia».