Italia che perde, Italia che vince


Sono le 15.00 del 9 luglio 2006. Tra qualche ora sapremo chi avrà portato a casa (chez nous, chez vous?) la coppa del mondo di calcio. Ancora qualche giorno ed avremo la sentenza su Calciopoli. Come tifoso mi auguro che l'Italia vinca; come accanito tifoso bianconero mi auguro che i nostri ragazzi (e garcons) si facciano valere.

Come cittadino italiano, che ama questo paese e questa Costituzione (a proposito, viva il quorum raggiunto e viva il NO), mi auguro che l'Italia perda. Non è spirito antipatriottardo: se questa sera perdessimo forse sarebbe l'inizio della fine di quest'assurda ipocrisia collettiva, questo vergognoso sonno della ragione che ci attanaglia. Un po' di fredda lumiere ci farebbe bene.

Il sonno della ragione è questa morale di quart'ordine questa patetica etica di Cappuccetto Rosso e del Lupo cattivo, per la quale i Buoni sono in campo a Berlino, i Cattivi sono nell'aula del tribunale dell'Olimpico ad attendere la sentenza. Quando e se i tifosi di una qualsiasi squadra avranno il coraggio di fischiare il proprio beniamino che si è tuffato a terra simulando di essere stato colpito,quando e se quel giocatore sarà per ciò squalificato per violazione dell' art. 1 (lealtà), allora quel giorno il calcio sarà guarito.

Quello stesso giorno, peraltro, ci sarà spontaneo ringraziare Zapatero il quale, avendo capito che la fede è troppo importante per essere oggetto d'ipocrisia, non è andato alla messa officiata da Benedetto XVI. Quello stesso giorno, Navarro Valls avrà capito che è meglio tacere piuttosto che dire quello che ha detto. E' stato forse un bello spettacolo Augusto Pinochet, un massacratore, in prima fila a prendere la comunione da Giovanni Paolo II?

In altre parole, e torno al calcio, solo quando avremo capito in quali confini deve stare l'etica, cioè in quelli interiori ella ricerca e della coscienza, saremo pronti a capire la differenza tra il diritto ed il decoro. Saremmo forse pronti a capire che Calciopoli è il massimo dell'indecorosità ma non è l'inizio dell'illegalità. Mi rendo conto che queste ultime due frasi avrebbero bisogno di ulteriore approfondimento e se avrò spazio mi auguro di tornarci sopra con più dettaglio.

Ma in realtà coltivo la speranza che Cesare Ruperto, grande magistrato, abbia la capacità di volare alto e di cancellare l'inconsistenza delle accuse e delle difese con le condanne giuste che spiazzerebbero tutti (A con penalizzazioni di punti). Secondo me, e per quanto paradossale possa sembrare, l'inizio del riscatto del calcio italiano - ed il calcio è metafora della società italiana - sarebbe proprio questo: perdere questa sera dopo aver dato tutto (perché lo sport, come la vita, è la ricerca libera ed onesta della verità o della vittoria) e la A con penalizzazioni per le squadre coinvolte.

Ancora qualche ora, ancora qualche giorno, e saprò se avrò gioito come tifoso o come cittadino. Viva gli Stati Uniti d'Europa, e che tra essi possa risplendere una bella Italia, un'Italia di libertè, egalitè, fraternitè, lumiere.

9 luglio 2006 Fausto Cadelli