Brevi riflessioni sul difficile rapporto tra Benedetto XVI ed Auschwitz.
La prima riflessione è che nessuno può rapportarsi facilmente ad Auschwitz.
Tutte le testimonianze dei campi di concentramento e sterminio nazisti concordano nel dire che tale fatto storico è, in ultima analisi, inesplicabile anche per chi lo ha vissuto in prima persona.
Il Papa è un uomo, come tutti è un essere limitato. Comprendo che ben pesante è l'onere di parlare sapendo che tutti ti ascoltano (tanto più se sei tedesco) e se si è consapevoli, ed il Papa lo dice, che qualsiasi discorso sarà sempre in difetto rispetto all'incommensurabilità dell'orrore.
Ma è quanto detto (o che poteva ragionevolmente essere detto) che sconcerta, non l'indicibile che per definizione è impensato, taciuto, ingiudicabile. Ebbene: nessuna parola netta del Papa sulla condivisione dell'olocausto da parte del popolo tedesco, nulla sull'antisemitismo pre e post olocausto, sullo sterminio di omosessuali, zingari, "diversi".
Sugli zingari, il Papa è in linea col disprezzo generale; gli handicappati interessano, evidentemente, molto di più se sono embrioni da far nascere a tutti i costi; gli omosessuali, poi, per il Papa non contano in assoluto neppure se sono (per dispetto) cristiani e cattolici.
Nel discorso di ieri a Roma si è precisato in peggio. A parte gli ebrei, dice il Papa, le altre vittime "sono circa 150.000 polacchi e decine di migliaia di altre nazionalità". E' incredibile: piuttosto che citare gli "innominabili" si preferisce utilizzare il criterio della nazionalità, che è non è corretto per comprendere l'olocausto.
Certamente nei campi di sterminio sono morti cittadini di tutte le nazionalità, un 11 settembre all'ennesima potenza: quasi tutte le nazioni hanno avuto vittime nelle Torri. Ma l'essenza dell'11 settembre era l'attacco alla "razza a stelle e strisce"; i campi di sterminio sono stati un attacco all'umanità tutta attraverso la razza, anzi le razze o le diversità.
Al tempo della shoah, peraltro, gli ebrei erano nazione solo in termini ideali. Noi italiani dobbiamo riflettere due volte sulle leggi razziali: a) perché non abbiamo protetto l'Uomo in sé (colpito attraverso una sua specificazione inesistente perché se si studiasse Darwin capiremmo che la razza non esiste) b) perché non abbiamo protetto i nostri concittadini.
Tuttavia, ciò che conta veramente è l'utilizzo del concetto di nazionalità per gettare un velo sulle vittime sgradite o blasfeme. Le "altre" vittime, due volte taciute, ad Auschwitz come a Roma. Insomma, sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. E con Belzebù siamo arrivati forse al vero punto della questione.
Il Papa non riesce a vedere l'uomo, neppure temporaneamente, al di fuori della dialettica trascendente Bene-Male, Dio-Satana. Sicchè i nazisti (ma solo "un gruppo di criminali"!) erano strumento di cui Satana si è servito per uccidere Dio attraverso la liquidazione del popolo di Abramo prescelto da Dio per il suo messaggio di salvezza.
Nella lotta tra Bene e Male è ovvio che Dio, cattolico, deve vincere. Per questo, forse, il nazismo - il male che deve perdere - è visto come "la minoranza di un gruppo" che ha prevalso solo provvisoriamente sulla generalità del popolo tedesco ingannata dal silenzio di Dio ? ( "perché Signore hai taciuto?" - dice il Papa).
Il prevalere, all'Apocalisse, del Bene sul Male si traduce storicamente nella "maggioranza del bene" (il popolo tedesco e la sua Chiesa) contro la "minoranza del male" (il gruppo di criminali nazisti) ? Benedetto XVI si sta convertendo, indirettamente, ai valori laici della democrazia rappresentativa fondata sul principio di legalità?
Non credo affatto. Ho solo offerto una possibile interpretazione psicologica del ragionamento papale. Penso che al Papa interessasse "salvare" non il popolo tedesco in quanto tedesco, ma in quanto simbolo dell'unico popolo che veramente conta per il Papa: quello dei credenti nel Dio cattolico; l'altro popolo, quello dei cittadini nello Stato, non conta nulla.
Però, però...pazienza per i vivi, ma almeno i morti nei crematori, Santità, nemmeno quelli sono tutti eguali? E' giunto a Dio anche quel sottile filo di fumo omosessuale, zingaro, ateo, agnostico, slavo, comunista? Satana non ha cercato di uccidere Dio uccidendo anche questi altri uomini? E' certo, Santità, che Dio operi queste differenze?
Trieste 1 giugno 2006
Fausto Cadelli
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