Il Piccolo 05-04-2002
Domani i Comitati per la «non conferma» del testo approvato dal Consiglio regionale si presenteranno ufficialmente sul territorio. Obiettivo: 50 mila sottoscrizioni
Primi appuntamenti fissati alla Stazione marittima di Trieste e ai giardini pubblici di Gorizia
TRIESTE - Il primo appuntamento è fissato per domani alle 11 nella sala Illiria della Stazione marittima di Trieste. Contemporaneamente un banchetto verrà sistemato anche a Gorizia, nei giardini pubblici di corso Verdi. Sono gli appuntamenti in cui il Comitato promotore del referendum si prefigge di presentarsi ai cittadini, di illustrare nel dettaglio tutti i motivi del «no» alla legge elettorale regionale, di metterne in luce le asserite contraddizioni. E di dare il via alla raccolta delle firme necessarie all'indizione del referendum di «non conferma». Di adesioni infatti, nelle parole degli esponenti del Comitato, ne sono state già raccolte un paio di migliaia. Ma da domani inizia una massiccia mobilitazione, con banchetti allestiti in tutto il capoluogo regionale secondo una mappa e una organizzazione cui il Comitato triestino sta lavorando. Le firme che si devono raccogliere entro la fine di giugno sono 36 mila 405, ma l'obiettivo «politico», più volte dichiarato, è quello di superare quota 50 mila.
Dell'incontro triestino di domani e delle iniziative che seguiranno hanno parlato ieri alcuni esponenti del Comitato promotore di Trieste: seduti al tavolo dei relatori erano Eliana Frontali, Mauro Tommasini, Ettore Rosato, Silvio Cosulich, Pompeo Boscolo, Bruno Zvech, Bruna Zorzini Spetic, Walter Godina e Gianni Pizzati. Il Comitato triestino dunque vuole svolgere «un servizio a favore di tutti i cittadini della regione», ha sottolineato il segretario provinciale diessino Zvech, «perché qui non si tratta di campagna elettorale ma di regole. E la questione è semplice: la politica dei diritti contempla il diritto di scegliersi il presidente della Regione. E non ce n'è uno, tra i politici che hanno votato questa legge, che ne abbia saputo spiegare le motivazioni». Da qui la sfida delle firme, «che si raccoglieranno in base alla voglia dei cittadini di essere protagonisti».
I cittadini, appunto: senza distinzioni. Sulla trasversalità del Comitato si è difatti soffermato con forza uno dei suoi promotori, Silvio Cosulich, che come «rappresentante della società civile» ha annotato come quella del neonato organismo, lungi dall'essere «una battaglia della sinistra contro la destra», dovrà configurarsi come una battaglia di cittadini cui si è offerta «una legge che non corrisponde ai loro desideri». Perché l'aver votato «anni fa per un sistema maggioritario molto chiaro e preciso» non ha evitato agli elettori del Friuli Venezia Giulia di ritrovarsi con «l'invenzione di una legge che non va bene perché comporta un continuo bilanciamento, una mediazione dei partiti», ha concluso Cosulich sottolineando come il Comitato abbia già avuto «segnali di persone che credono in queste battaglie» pur non essendo vicine al Centrosinistra.
Un'altra dei promotori del Comitato, Bruna Zorzini Spetic (consigliere regionale del Pdci e relatrice di minoranza della legge elettorale) ha elencato tutte le pecche del testo normativo, tra cui la penalizzazione delle autonomie, della minoranza slovena e delle donne. In rappresentanza del presidente regionale Cristiano Degano, Walter Godina ha tra gli altri confermato la convinta partecipazione della Margherita alla battaglia referendaria.
A Gorizia la raccolta di firme di domani sarà abbinata alle «primarie» indette dal Centrosinistra isontino per decidere chi tra Vittorio Brancati e Claudio Cressati diventerà il locale candidato a sindaco. Oggi, intanto, al bar Arci di Turriaco i referendari distribuiranno agli attivisti opuscoli e materiale utile alla raccolta di sottoscrizioni.
p.b.