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Il Gazzettino 10-01-2002

PADOVA - Identificato con certezza a Lubiana l'ex ufficiale titino che avrebbe fatto trucidare migliaia di italiani. Oggi ha 80 anni

Quell' arzillo vecchietto è il "boia di Gorizia"

Torture ed esecuzioni sommarie avvenute in parte in territorio sloveno, al riparo da occhi indiscreti

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Avrebbe finalmente un nome il boia di Gorizia. Sarebbe stato identificato con certezza uno dei principali responsabili delle stragi di massa che caratterizzarono la presa della città isontina, tra il 2 maggio ed il 14 giugno 1945. Franc Pregelj è un arzillo vecchietto di nazionalità slovena. Ha compiuto da poco ottant'anni e risiede tuttora nei pressi di Lubiana.Digos e carabinieri di Gorizia sono riusciti a raggiungerlo nel suo domicilio. Recavano con sè un'informazione di garanzia firmata dal sostituto procuratore presso il Tribunale militare di Padova Sergio Dini, il magistrato che si sta occupando dei crimini di guerra, a suo tempo archiviati per ragioni di opportunità politica.

Poliziotti e militari dell'Arma gli hanno notificato l'iscrizione sul registro degli indagati con l'accusa di violenza con omicidio ai danni di prigionieri di guerra.A carico di Pregelj la Procura militare padovana avrebbe raccolto prove in abbondanza. Decine di italiani scampati ai massacri dell'epoca l'avrebbero indicato come un uomo dotato di un enorme potere. L'ufficiale titino, elemento di punta del 9. corpus sloveno, avrebbe avuto la facoltà di scegliere le vittime a suo piacimento. Era lui ad indicare ai miliziani chi prelevare e chi risparmiare tra la popolazione inerme. Il tenente Pregelj poteva addirittura concedere la grazia sospendendo le fucilazioni. In quei quaranta giorni sarebbero state trucidate circa un migliaio di persone. Si tratta comunque di stime indicative.

Nelle fosse comuni sono state rinvenute poche decine di cadaveri. Altre centinaia di militari e civili sono invece scomparsi nel nulla. I soldati sloveni li avrebbero prelevati e fatti sparire. Nonostante il conflitto fosse terminato da un pezzo. In passato una commissione paritetica italo-slovena aveva inutilmente tentato di fare luce su questa pagina nera di storia. Le rappresaglie legate alla presa di Gorizia sono state liquidate come l'inevitabile reazione slovena alla politica nazionalista del regime fascista. Proprio in quelle ore il conflitto giungeva all'epilogo nei vari angoli d'Europa. Ma non nella città isontina verso cui confluivano contemporaneamente da Monfalcone i soldati neozelandesi, al soldo dell'armata britannica, e i miliziani sloveni, provenienti da Nordest.Gli uomini di Tito avrebbero inanellato decine e decine di esecuzioni sommarie.

Infierendo su donne, bambini e persino attivisti del comitato nazionale di liberazione. In un periodo in cui non sussistevano più ragioni di carattere bellico. Torture e fucilazioni sarebbero avvenute nella gran parte dei casi in territorio sloveno, al riparo da occhi indiscreti. Dini l'avrebbe appreso acquisendo dal centro studi e ricerche storiche "Silentes loquimur" di Pordenone le copie dell'archivio del 9. corpus sloveno, prelevate un decennio d'anni prima dall'istituto per la guerra di liberazione di Lubiana.È un prezioso documento di ricerca sulle atrocità commesse dall'esercito di Tito nei territori di confine durante la primavera del 1945. Alcune centinaia di italiani si sono volatilizzati nel nulla.

Vivevano ancora a Gorizia alla fine della guerra. Sono stati vittime di deportazioni di massa, ad opera di miliziani in uniforme e berretto con la stella rossa. Di loro si è persa ogni traccia. Per questa ragione la Procura militare padovana ha disposto l'acquisizione di tutte le dichiarazioni di morte presunta dell'epoca. Il sostituto Dini intende accertare inoltre quale fosse effettivamente il ruolo di Pregelj all'interno del 9° corpus sloveno. Sono state inoltrate precise richieste agli archivi di stato di Slovenia, Croazia e Serbia. E' fondamentale la ricostruzione dell'organigramma dell'esercito slavo in quel periodo per inchiodare l'ottantenne di Lubiana alle sue responsabilità.

Luca Ingegneri