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Il Piccolo 29-04-2001

I candidati alle prossime elezioni intendono così protestare per l'«azzeramento dell'informazione» nei loro confronti

Digiuno dei radicali contro il black-out

Dalla mezzanotte di venerdì anche a Trieste i candidati radicali sostengono il Satyagraha di Emma Bonino e Luca Coscioni. Un digiuno solo della fame, a differenza di quello totale della Bonino e di autoriduzione dei medicinali di Coscioni (affetto da sclerosi multipla), per denunciare «l'azzeramento dell'informazione nei confronti dei radicali».

Un'iniziativa estrema che, per i candidati locali della Lista Bonino, durerà cinque giorni «nella speranza che il Presidente Ciampi intervenga sul problema o la magistratura compia il suo dovere per far rispettare la legge».

Le adesioni allo sciopero della fame sono arrivate in tutta Italia a quota 110. «In questa lunghissima campagna elettorale - ha spiegato ieri in una conferenza stampa Marco Gentili, candidato alla Camera dei Deputati per il proporzionale e al collegio 2 di Trieste, assieme a quello del collegio 1 Renato Manara - è evidente che il partito di maggioranza relativa sarà quello degli astenuti o degli indifferenti. La ricetta che viene portata avanti, vista l'impopolarità della politica, è quella di cancellarla direttamente. Una scelta che consideriamo suicida per il Paese. Anche a Trieste i temi sembrano essere più il sito Internet o il camper di Menia, i manifesti oscurati di Illy e Damiani, oppure le visite di Sgarbi e Bordon... nulla sul programma».

Quello dei radicali è già bello che pronto e si richiama ai recenti referendum: sul sistema elettorale, a favore del maggioritario e per l'abolizione della quota proporzionale, la separazione delle carriere dei magistrati e la loro responsabilità civile, l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, la riforma dello statuto dei lavoratori, eccetera.

«Alle elezioni si tirano le somme sul passato, cioè su quello che si è fatto, non sulle dichiarazioni e le passerelle del presente» ha rimarcato ancora Gentili, mentre il candidato al Senato del collegio triestino, Nicolò Di Stefano, in tema di informazione, ha stigmatizzato il nuovo programma televisivo di Adriano Celentano. «È una trasmissione di propaganda che affronta e attacca le battaglie radicali - ha detto Di Stefano - non lasciando diritto di replica». Dopo aver parlato contro aborto e eutanasia, nella sua prossima trasmissione, il «Molleggiato» però affronterà di petto anche quello della pena di morte. Un tema caro proprio ai radicali. E sulla trasmissione di Celentano è intervenuto anche Pannella, che in un dibattito radiofonico ha sottolineato le diversità di posizione tra il cantante e le battaglie radicali.

Pietro Comelli